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Finanza & Mercati

Gallo Winery, obiettivo Italia. Grazie alla bolognese D&C, il colosso californiano del vino consolida la propria presenza sul mercato italiano, dove prevede di vendere 600 mila bottiglie ... Da Modesto, nel cuore della Central Valley in California, ogni anno un miliardo di bottiglie di vino firmate E&J Gallo raggiungono oltre 90 mercati stranieri nei cinque continenti. Gallo Winery, con i suoi 1.600 ettari di vigneti di proprietà nella Sonoma County, è oggi tra i principali produttori di vino al mondo con un modello originale di business e marketing che ha coniugato quantità e volumi di vendita. Dal 1999 i vini Gallo sono presenti anche sul mercato italiano dove l’impegno e l’interesse della famiglia per questo Paese -loro terra d’origine- è stato testimoniato dalla presenza di Chris e Joe Gallo che hanno avviato la distribuzione nella grande distribuzione e nel canale fuori casa. Ma da oggi i vini Gallo sono il 50° prodotto distribuito dalla D&C , società bolognese che ha in un portfolio ampio ed articolato tra food, dolci e beverage il proprio punto di forza: D&C, che raggiunge 9 mila clienti diretti e 81 mila indiretti per 92 milioni di euro di ricavi, ha venduto nel 2005 4 milioni di bottiglie delle marche rappresentate.
Una garanzia, dunque, per la famiglia Gallo che ha compreso la particolarità di un mercato come il nostro che soffre di una mancanza di massa critica nel vino: “Unire le forze è la strategia del futuro- commenta Massimo Pignatelli, amministratore delegato dell’azienda bolognese, che prevede nei prossimi 3-5 anni una crescita significativa della presenza sul mercato dei vini Gallo. Punto di partenza sono le 600 mila bottiglie che D&C prevede di distribuire nel 2006, con una strategia articolata e segmentata nei diversi canali. Attualmente il 90% dei vini Gallo è indirizzato alla Grande distribuzione e il 10 % al canale horeca, di cui il 5% alla ristorazione. ”All’interno di una crescita complessiva -continua Pignatelli- puntiamo a rafforzare il canale moderno e a portare il mix ad 80% e 20%, in maggior equilibrio con obiettivi ambiziosi d’incremento nella ristorazione e in enoteca, lavorando in partnership con i ristoratori proponendo il vino al bicchiere, verso una soluzione adeguata all’attuale parcellizzazione del consumo”.
“Al canale horeca e alla ristorazione -spiega Alessandra Guerra, dal 2003 Country manager di Gallo- sono riservate le linee Sycamore Canyone, Gallo Sonoma, e Gallo Estate, la più prestigiosa, che propone solo due vini, Chardonnay e Cabernet sauvignon, per i quali è selezionato ogni singolo chicco d’uva: il consumer può scegliere tra diverse etichette proposte ad un prezzo compreso fra i 15 e i 30 euro”.
Punto di forza di Gallo Winery è l’ampiezza della gamma che consente grande articolazione del portaolio per canale. Al canale moderno sono indirizzate alcune linee: E&J Gallo Sierra Valley che comprende molte varietà di vini (i più diffusi in Italia sono Cabernet sauvignon e Chardonnay) che si colloca in una fascia di prezzo media, 4,99 euro, e Turning Leaf distribuita in particolare da Esselunga proposte ad un prezzo medio di 7,50.
Nella grande distribuzione sono presenti anche i vini della cantina australiana McWilliam’s con la quale Gallo ha stretto una partnership, prodotti le varietà Semillon chardonnay e Shiraz merlot, a 4,99 euro. Nei prossimi mesi D&C intende allargare la presenza dei vini Gallo a più punti vendita, avvicinandosi ai consumatori attraverso iniziative che possano far meglio conoscere queste etichette, avvalendosi anche di supporti promozionali (degustazioni, depliant, collarini, gadget di diverso tipo) che incuriosiscano il consumatore e lo invoglino ad accostarsi ai vini californiani, prodotti che hanno un bouquet ricco e aromatico, qualitativamente importante.
Dice Massimo Pignatelli: “La caratteristica distintiva della capacità enologica di Gallo poggia su due pilastri: da un lato la conoscenza dei consumatori: prova ne è che anche l’enologia europea -italiana e francese in particolare- sta un po’ seguendo questa strada cercando di capire bene cosa vuole il consumatore per offrirgli un prodotto con i caratteri di piacevolezza che ricerca; dall’altro, l’applicazione al mondo del vino di concetti scientifici e tecnologici molto avanzati. Insomma, l’efficienza americana applicata al vigneto e una grandissima managerialità in appoggio al vino tarato su quanto richiesto dal consumatore”. (arretrato di Finanza & Mercati" del 4 marzo 2006)

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