02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Finanza & Mercati

Le botti mettono il vestito della festa. Il 28 maggio 1.000 cantine accolgono un esercito di appassionati. L'evento è un impulso per l'enoturismo italiano e porta nei territori di produzione oltre 1 milione di consumatori e curiosi ... Godere della vista dei vigneti dall’alto di una mongolfiera, divertirsi ad uno spettacolo di burattini, pedalare tra le vigne accanto ad un campionissimo come Moser, ammirare auto d’epoca che sfrecciano su stradine polverose, immergersi nella musica classica o ammirare mostre d’arte: il tutto degustando un calice di vino. Questo e molto altro si potrà fare domenica 28 maggio quando un migliaio di cantine di tutt’Italia apriranno le porte per accogliere quanti desiderano conoscere più da vicino il mondo del vino e respirare i profumi particolarissimi delle sale dove esso riposa e s’affina.
Cantine aperte, l’evento che ha dato impulso all’enoturismo in Italia, porterà nei territori del vino un milione di consumatori. Un successo che si deve innanzitutto alla curiosità che si è creata per questo prodotto e per tutto quanto ruota intorno ad esso: spesso è proprio il vino il motivo che spinge ad andare alla scoperta di un territorio e delle sue ricchezze, siano esse paesaggistiche, architettoniche, archeologiche, artistiche, gastronomiche.
“A questo si affianca il desiderio di conoscere meglio cosa c’è dietro alla propria bottiglia preferita, conoscerne il produttore, sapere come nasce quel vino - spiega Chiara Lungarotti, neopresidente del Movimento del turismo del vino (www.movimentoturismovino.it, tel. 0432/26339), organizzatore dell’evento che coinvolge tutt’Italia- Dal canto suo il produttore deve preparare un’accoglienza sempre più “professionale”, attenta e organizzata, che metta a proprio agio chi sceglie di entrare in casa sua portando poi con sé il ricordo di una bella esperienza che non coinvolge solo il prodotto vino, ma l’intero territorio nel suo complesso. E’ importante che l’approccio del produttore sia rigoroso: quello di Cantine aperte deve essere un momento di avvicinamento del consumatore al nostro mondo che può svolgersi in due tempi: prima la parte “seria”, quella della visita alla cantina e della degustazione guidata e attenta del prodotto, poi quella festosa, allietata da assaggi golosi di prodotti tipici e da spettacoli e proposte di diverso genere”. Se oggi il turismo del vino coinvolge 4 milioni di persone si deve dir grazie all’impulso delle aziende socie del Movimento del turismo del vino impegnate da tempo nella valorizzazione dei loro territori, nella trasmissione delle loro conoscenze e della cultura dell’accoglienza in cantina, tutti i giorni.
“Certamente, siamo nella fase iniziale di sviluppo di un settore che ha potenzialità di crescita evidenti e straordinarie - continua Chiara Lungarotti, titolare con la sorella Teresa dell’ omonima cantina di Torgiano, in Umbria, che si affianca ad un affascinante relais, ad un ottimo ristorante e ad un prezioso museo del vino - Oggi il mix composto da vignaiolo, vino e territorio rappresenta il vero valore aggiunto, essenziale affinché si sviluppi la consapevolezza sul ruolo economico che nel nostro Paese può avere il turismo del vino di qualità”.
L’enoturismo è in una fase cruciale: non è più agli inizi, ma non è ancora un sistema compiuto: è una galassia con grandi disparità che deve crescere nell’offerta territoriale di qualità. Le cantine aprono le porte ai turisti per farli avvicinare alla cultura enologica, coinvolgendoli in degustazioni, mostre, eventi e spettacoli: ma da fenomeno spontaneo il turismo del vino deve ora diventare un prodotto vero e proprio, con strategie promozionali definite e precisi criteri di qualità dei pacchetti e dell’ospitalità. Da un sondaggio realizzato da www.winenews.it (tra i siti di informazioni sul vino più cliccati) è emerso che il turista del vino spende in media 200 euro per ogni week end, volentieri acquista bottiglie di qualità e sa riconoscere i buoni produttori e anche la qualità dell’accoglienza e del contesto che visita, non gradisce l’improvvisazione ed è convinto che ancora molto resti da fare.
Importanti, a tutt’oggi, gli investimenti effettuati in molte cantine: la ristrutturazione a fini turistici ha interessato oltre il 20% delle aziende, percentuale che, nelle aree più prestigiose, sale al 90%. D’altra parte, il business del turismo del vino è stimato intorno agli 1,8 miliardi di euro (3.500 miliardi di vecchie lire). Sistema indispensabile per la salvaguardia dell’ambiente e delle attività rurali, diventa una reale opportunità di lavoro e d’impresa, se è vero che nei prossimi anni si stimano investimenti da parte delle aziende per 500 milioni di euro (stime del Censis) e la creazione di 20 mila nuovi posti di lavoro.
Autore: Barbara Amati

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Pubblicato su