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Finanza & Mercati

In enoteca come dal gioielliere. La bottiglia costa il 20% in più ... Uiv giustifica l’aumento con l’uva alle stelle. Liberatore (Gallo Nero): “Non si può generalizzare”. Coldiretti: “Si compra in cantina”... Aumento del prezzo del vino in bottiglia anche del 25%. E quanto hanno deciso gli imbottigliatori dell’Uiv (Unione italiana vini) dopo che è stata registrata un’impennata del prezzo dell’uva.

Dunque, si avranno aumenti medi minimi nell’ordine del 20-25% per i vini base e del 10% per i vini di fascia medio-alta. Si tratta di una conseguenza della vendemmia 2007 che, con i suoi poco più di 40 milioni di ettolitri (-18% sul 2006), sarà ricordata come la più scarsa degli ultimi 60 anni. Conseguenza dei prezzi delle uve che sono schizzati al rialzo in tutte le regioni, con punte minime del 20-30% e arrivate, nel caso delle tipologie più richieste sul mercato, anche al 100 per cento. Un movimento al rialzo - sostiene Uiv - che coinvolgerà giocoforza anche i settori della trasformazione e dell’imbottigliamento, che si vedranno nell’impossibilità di mantenere invariati i listini.

Non la pensa esattamente così, Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio Chianti Classico. “Non si possono fare - dice - previsioni generalizzate per tutta Italia. In Toscana e nel Chianti Classico la riduzione della produzione di uva è stata inferiore al 10%, un dato che non porta certo agli aumenti del prezzo della bottiglia detti da Uiv. E così è anche per altre zone d’Italia”. Una risposta a Uiv arriva anche da Coldiretti. Il suggerimento è quello che, visti “i rincari record per il vino, ben superiori a quelli di pane e pasta, vale la pena acquistare in una delle 21.000 cantine che vendono direttamente senza intermediazioni per combattere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola”. “Il vino - sottolinea la Coldiretti - è tra i prodotti dove più ampia è la forbice dei prezzi tra produzione e vendita al dettaglio, soprattutto nella ristorazione. Acquistare direttamente in cantina è quindi una opportunità per i consumatori che possono così risparmiare e garantirsi acquisti sicuri e di qualità, ma anche di una occasione per le imprese agricole che possono vendere senza
intermediazioni e far conoscere direttamente le caratteristiche e il lavoro necessario per realizzare una specialità territoriale unica ed inimitabile”. Il vino, con un fatturato stimato in un miliardo di euro di valore degli acquisti in cantina, è oggi il prodotto più commercializzato dalle aziende agricole impegnate in Italia nella vendita diretta e supera ortofrutta, olio, carni e derivati e formaggi che seguono a distanza. Inoltre “il vino - precisa Coldiretti - è la principale voce dell’export agroalimentare nazionale e, nonostante i record dell’euro sul dollaro, ha fatto segnare un aumento del 12% in valore delle spedizioni sui mercati mondiali con incrementi in valore del 6% negli Usa e del 14% nell’Unione Europea. Il vino Made in Italy ha raggiunto complessivamente un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3,2 dei quali attraverso l’export, con quasi il 60% dovuto ai 484 vini nazionali Doc, Docg e Igt.

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