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Finanza&mercati

Agli inglesi piace il vino lucano ... Oltre l’80% della produzione della cooperativa Basilium Winers di Acerenza va all’estero. Gran Bretagna in prima fila. Anche nei riconoscimenti... Tempo di vendemmia, anche in Lucania. La Basilium Winers di Acerenza (Potenza), che fa parte del distretto agroalimentare del Vulture, è pronta a produrre 1 milione di bottiglie anche quest’anno. O meglio, lo sono i suoi soci. La Basilium infatti è una cooperativa a cui partecipano 40 aziende piccole e medie che conferiscono per il 70% con uve Aglianico provenienti dalle zone del Vulture e Alto Bradano di cui fanno parte i 15 comuni dell’area Aglianico Doc e per il 30% con uve Chardonnay, Pinot e Greco provenienti dalla collina materana. La superficie coltivata a vite di cui dispone la cooperativa è 300 ettari. “Quest’anno raccoglieremo meno uva dell’anno scorso - dice Donato Lamiranda, direttore della Basilium - ma avremo una migliore qualità.. Il continuo perfezionamento del prodotto è da sempre un obiettivo di quest’azienda nata nel 1977 e cresciuta gradualmente fino al 1996. Poi il boom: da 280mila bottiglie a 1 milione, obiettivo centrato negli ultimi tre anni con un fatturato di circa 2 milioni di euro annui.
La Basilium ha come mercato di riferimento soprattutto l’estero a cui è destinato l’80% della produzione. Mete privilegiate dei suoi vini sono l’Inghilterra, la Svizzera, la Germania, gli Stati Uniti e il Giappone. Su tutti i mercati si mantiene la stessa ripartizione di vendita: 60% di vini rossi, 40% di bianchi. Proprio dall’estero è arrivata una grossa soddisfazione nel 2003 con un riconoscimento di qualità assegnato dall’Annual testing Claridge’s di Londra, manifestazione di presentazione delle produzioni vinicole internazionali, che ha premiato il Sicone (un Aglianico rosso Doc, conosciuto sul mercato inglese come Aleanica) e il Greco (un bianco prodotto con uve della collina materana). Mentre in Italia il Valle del Trono (Aglianico rosso Doc) ha ricevuto in passato la Gran Menzione al Vinitaly di Verona.
I vini prodotti sono soprattutto di alta gamma. Per alcuni anni i soci della cooperativa hanno seguito programmi di perfezionamento delle tecniche produttive tenuti da Roberto Zironi, docente di enologia dell’Università di Udine, e Giovanni Colugnati del Centro pilota per la vitivinicoltura di Gorizia. Attualmente il consulente enologico della Basilium è l’avellinese Angelo Valentino. “Credo sia indispensabile affidarsi all’assistenza di professionisti del settore - spiega il direttore Lamiranda – soprattutto per le aziende che, come la nostra, puntano sulla qualità. Noi per tradizione adottiamo sistemi di vinificazione d’avanguardia e quando coltiviamo nuovi terreni, selezioniamo sempre i vitigni migliori”.
Prossimo obiettivo per l’Aglianico del Vulture, il marchio Docg (Denominazione di origine controllata e garantita). I presupposti ci sono tutti per ottenere l’evoluzione della Doc. “Speriamo che questo riconoscimento per l’Aglianico possa arrivare già nel 2007. Credo debba essere un premio doveroso per la passione e la serietà con cui questo vitigno viene coltivato in Basilicata”. L’Aglianico è un vino che in identifica con il Vulture, ha detto in passato l’enologo Zironi. Ci sono stati tentativi di produrlo e impiantarne il vitigno in altre regioni e in Paesi lontani come l’Australia, ma sembra che solo la terra del nord lucano gli possa giovare pienamente. Qui si sperimentano anche nuovi modi per valorizzarlo. La Basilium ne ha ricavato una grappa ed è stata la prima azienda a vinificare in bianco l’Aglianico.

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