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Hi-tech in cantina, ora i tappi sono col buco ... La tecnologia e le difficoltà di reperire il sughero aprono nuove strade all’imbottigliamento. La OliverOgar di Verona distribuisce un tappo sintetico con microfoni per l’areazione. E in Campania si prova una chiusura di vetro... In principio era il sughero. Poi venne il silicone. Adesso si parla di tappi col buco» e di tappi in vetro. La tecnologia entra, dunque, sempre più nel mondo dell’enologia. Ne è una testimonianza Korked, il nuovo tappo col buco» o, se si preferisce, il tappo che respira», distribuito dalla veronese OliverOgar e destinato a innovare i sistemi di imbottigliamento e chiusura del vino. Korked ha dietro di sé ricerche e test condotti per cinque anni in collaborazione con l’università di Udine dove è stato studiato il comportamento dei tradizionali tappi di sughero. Il risultato è Korked, il tappo di sughero-non-sughero realizzato in materiali sintetici che ha fatto propri i vantaggi del sughero, eliminandone i difetti intrinsecamente legati alla naturalità, come le ossidazioni non controllabili e l’odore. Ma non solo. Dalla Germania arriva la novità del tappo di vetro, il Vino-lok brevettato da Alcoa Csi Europe. A sperimentarlo, per prima in Italia, è l’azienda vinicola Mustilli di Sant’Agata De’ Goti, in provincia di Belluno, che imbottiglierà le nuove annate di Falanghina e Piedirosso con l’innovativa soluzione. Il vetro è l’ultima generazione dei tappi e la nuova frontiera del vino: consente di ottenere una chiusura ermetica e sterile, salvaguardando il vino da contaminazioni ed ossidazioni. È ecologico, rispetta l’ambiente e riduce il consumo di sughero. È elegante ed ha il grande pregio della praticità: si toglie a mani nude senza ricorrere al cavatappi e la bottiglia può essere facilmente richiusa e portata via. 

"Tecnologia si, ma... il vino vuole il sughero"...
Tecnologia, sì. Ma con moderazione. Per Carlo Ferrini, enologo, occorre andarci piano con l’innovazione. «Si fanno tutti questi tappi perché manca il sughero. Quando si ha a che fare con vini abbastanza facili da bere, alla «moda», anche i tappi alternativi possono andare bene. Se però ho un grande Barolo un Brunello, allora avrei qualche perplessità se non c’è il sughero». Stesse parole per Renzo Cotarella, enologo di Marchesi Antinori. «Non siamo esperti, non li utilizziamo neppure perché i non tradizionali hanno performance contraddittorie. Tuttavia il tappo a vite, come può essere quello di vetro, per i vini bianchi può essere una valida chiusura. Ma il vino ama gli elementi naturali».

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