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Finanza&mercati

Vini italiani a tutta birra negli Stati Uniti ... Grandi festeggiamenti a New York per i vini italiani: nel 2006 le vendite di rossi e bianchi d’Italia hanno raggiunto il miliardo di dollari, per un totale di 22 milioni di cartoni. Trent’anni fa l’export dall’Italia all’America valeva solo 40 milioni di dollari per 4 milioni di casse. L’Italia, che nel 1980 ha superato la Francia attestandosi al primo posto tra gli esportatori di vino negli Stati Uniti, vanta ormai una quota di mercato del 32,4% nelle vendite e del 30,7% nei volumi. Uno dei principali motivi del successo delle bottiglie made in Italy, stando a quanto dichiarato dal presidente dell’Italian Wine & Food Institute Lucio Caputo, è l’immagine positiva che si è consolidata tra gli americani sulla salubrità dei prodotti Mediterranei. In particolare il vino rosso ha fatto breccia nel cuore e sulle tavole yankee anche per merito di un battage pubblicitaria in atto da anni da parte di medici e appassionati dei buon bere che lo descrivono come un elisir di lunga vita per le sue proprietà antiossidanti. Un’altra virtù del vino italiano è l’ottima combinazione qualità-prezzo. «Al supermercato una bottiglia di rosso italiano costa 4,83 dollari - racconta a Bloomberg News Caputo - i prodotti californiani e quelli francesi costano almeno il doppio. E poi quando si compra un vino italiano da 12 dollari la qualità è mediamente molto più alta». L’appuntamento per brindare ai risultati del 2006 e programmare la strategia di vendita per il 2007 e gli anni a venire è fissato per il 15 febbraio, a Manhattan, al Marriott Marquis, con l’Italian Food and Wine Gala. Caputo farà gli onori di casa e presenterà ai grossisti e rappresentanti del retail a stelle e strisce tutti i produttori di punta italiani. «La vera sfida, oggi, è incrementare l’export di vini di qualità. La maggior parte delle vendite viene ancora effettuata all’ingrosso.

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