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Finanza&mercati

Novartis diversifica. Con il vino di Spagna ... La diversificazione è un sistema efficace per garantire stabilità ai margini di profitto. Questo vale per tutti, anche per un colosso farmaceutico come Novartis. Mentre però le altre big del settore limitano il loro campo d’azione ad ambiti limitrofi al core business, come il biotech o i fertilizzanti, il gruppo svizzero nato dalla fusione di Sandoz e Ciba-Geigy, dopo vaccini, diagnostica e farmaci veterinari, ha pensato di puntare su attività più «piacevoli».
Negli anni Novanta, quasi per una scommessa imprenditoriale, il gruppo è sbarcato nel settore vinicolo acquisendo l’azienda spagnola Abadìa de Retuerta. Inizialmente sembrava un business marginale, ma col tempo la casa farmaceutica ha intuito di dover fare qualcosa per dare slancio a questa attività. Così Novartis, dopo avere investito 15 milioni di euro per acquisire la casa vinicola, che fattura circa 7 milioni l’anno, ora intende spenderne altri 15 per sviluppare il turismo enogastronomico e promuovere le bottiglie dell’azienda iberica al rango di vini di primissima qualità. Sul terreno dell’Abadìa (così chiamata perché sorge su un’abbazia romanica del XII secolo) nel 2008 Novartis costruirà infatti un hotel extralusso da 15 camere. Lo spazio per il resort non manca: la casa vinicola possiede 700 ettari di terreno nella zona di Ribera de Duero, vicino Valladolid, ma soltanto 210 ettari sono coltivati a vigneto.
L’obiettivo di Novartis non è quello di aumentare la produzione, attualmente composta dal 75% dal tempranillo e al 25% dal cabernet. Gli ettari di vigneto passeranno da 210 a 250 e l’obiettivo per il futuro è di mantenere gli attuali volumi di produzione - un milione di bottiglie l’anno - migliorandone la qualità. Attualmente il 60% dei vini dell’Abadìa è destinato al mercato domestico, il 20% ai Paesi dell’Unione europea e il restante 20% viene esportato al di fuori della Ue.

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