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Finanza&mercati

Il vino con lo zucchero aggiunto piace all’Europa ma non all’Italia ... A Bruxelles si tratta una contropartita con la Francia in cambio della estirpazione di 150mila ettari di coltivazione a vite prevista dall’Ocm... La partita con i francesi sullo zucchero nel vino è persa prima ancora di essere giocata. Ma almeno si tratta per una contropartita nella penalizzante estirpazione di l50mila ettari coltivati a vite, programmata per l’Italia dalla Commissione europea. Al parlamento europeo la Commissione ha inviato un documento preparatorio che per alcuni paragrafi è stato giudicato traumatico per gli agricoltori e i vinattieri italiani. «Non si può prefigurare un piano di estirpazione delle viti da 150mila ettari», spiega Giuseppe Castiglione (Fi), relatore della risposta che il parlamento si prepara a mandare alla Commissione, «e come se non bastasse, svilire l’etichettatura togliendo la possibilità ai produttori di mettere in valore la tipicità zonale dei loro vini». Oltre a questi drastici provvedimenti, il canovaccio della Commissione prevede anche l’apertura alle importazioni di mosti dall’estero per la trasformazione in vini europei. Sulla stessa linea si sta anche indirizzando la Commissione Agricoltura della Camera, che entro questa settimana manderà un proprio parere al governo sulla strategia da seguire nel Consiglio europeo, quando si tratterà di approvare concretamente la nuova 0cm, caldeggiata dalla Commissione. «Sulla questione dello zucchero nel vino per dosarne la gradazione alcolica non si possono assecondare le richieste di Francia e Germania, spalleggiati dai paesi nordici», denuncia Massimo Fiorio (Ulivo), relatore della risposta in commissione agricoltura «e poi negare agli italiani una migliore modulazione del programma di estirpazione che non penalizzi la viticoltura di collina e dei piccoli appezzamenti, che poi sono proprio le tipologie produttive dalle quali vengono i vini migliori». La richiesta sarà dunque di riformulare il piano d’estirpazione e di non stravolgere l’etichettatura, demolendo le doc. «La nostra risposta», sottolinea Fiorio, «avrà l’unanimità di tutti i gruppi parlamentari».

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