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“Benvenuto Brunello” sul mercato yankee ... Ormai è chiaro: gli americani non possono più fare a meno del Brunello di Montalcino Una bottiglia su quattro del celebre vino italiano viene stappata negli Stati Uniti dove il mercato assorbe il 25% dell’export, con una domanda che, solo l’anno scorso, ha superato quota 1,5 milioni di bottiglie. Un mercato, quello a stelle e strisce, che è la punta dell’iceberg per questo vino pregiato: su oltre sei milioni di bottiglie prodotte nel 2006; il 60% è stato venduto sui mercati internazionali. Tra questi spicca la Germania, dove esportiamo il 9% delle bottiglie prodotte, la Svizzera (7%) e il Canada (5%), ma fanno bella figura anche l’Inghilterra e il Giappone (entrambe col 3%).
E poi ci sono i mercati emergenti come Svezia e Danimarca, Russia, Polonia e Romania. In America Latina, il primo importatore di Brunello è il Messico, seguito da Panama, Venezuela e Brasile. In estremo Oriente arriva complessivamente il 2%-3% della produzione di Brunello ma si fanno avanti le vendite in India e Cina che potrebbero raddoppiare la domanda nel prossimo biennio. E l’Italia? In Italia, Montalcino da solo assorbe il 17% della produzione (di cui l’8% con vendita diretta in azienda), il resto della Toscana il 7%, mentre il 6% va in centro Italia e nel sud solo l’1%.
In tutto il territorio (3000 ettari, di cui 2.000 destinati al pregiato vitigno) operano 250 produttori, di cui 200 sono imbottigliatori tutti riuniti nel «Consorzio del Brunello» che tutela e controlla il prodotto. Montaicino intanto si prepara al tradizionale “Benvenuto Brunello”, la due giorni (23 e 24 febbraio) dove sarà presentato il Brunello 2002, l’attesissimo Brunello Riserva 2001 e dove sarà assegnato il “rating” per la vendemmia 2006.