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Finanza&mercati

I tedeschi fanno venire le bollicine a Italia e Francia ... In Germania prodotte 450 milioni di bottiglie di sekt contro i 300 milioni di champagne e i 260 milioni di spumante italiano. Ma dietro l’angolo incombe il pericolo della cava iberica... È teutonico il regno delle bollicine mentre Italia, Francia e Spagna giocato ruoli da vassalli. I vini frizzanti della Germania dettano legge sui mercati mondiali grazie ad una produzione di 450milioni di bottiglie di «sekt» all’anno contro i300 milioni di champagne, 260 milioni di spumante (20 milioni metodo classico e 240 milioni charmant divisi tra uve Asti e Prosecco) e i 170 milioni di «cava» iberico. Anche se per il mercato dei vini italiani a base spumante, secondo i dati diffusi da Ismea, è stato un buon inizio d’anno nonostante si debba registrare la crescita delle importazioni di champagne e cava. In Italia sono cresciute le quotazioni del Pinot nero, dello Chardonnay e del Riesling Oltrepò Pavese, che segnano mediamente un rialzo del 3,7%. In ascesa, rispetto a dicembre 2006 anche i listini dei vini del Trentino Alto Adige. Nel dettaglio lo Chardonnay Trentino acquista un +4%, mentre la denominazione Alto Adige si attesta ad un incremento pari al 5%.
Ottime le performance del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene che giunge a 17 euro l’ettogrado rispetto i 16,25 dello dicembre e fa registrare un +15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Favorevole anche l’andamento del Prosecco Igt che guadagna negli ultimi trenta giorni l’11%. Ma in Italia è record anche per le esportazioni di champagne, che chiude il 2006 con 9,3 milioni di bottiglie vendute, in crescita di oltre il 5% rispetto all’anno precedente. L’Italia, per il Centro Informazioni Champagne, è al quinto posto dell’export mondiale, con un trend di crescita costante dal 2001. A precederla sono Regno Unito, Stati Uniti, Germania e Belgio. Per quanto riguarda le esportazioni nel mondo, per il quinto anno consecutivo si confermano in crescita tanto che il 2006 si posiziona come secondo migliore anno nella storia dello Champagne dopo il 1999, con 321,7 milioni di bottiglie. Seppur con numeri ancora bassi, la Spagna ha chiuso il 2006 con un aumento delle esportazioni in volume di vini spumanti pari al 3% su base annua. La fotografia è stata scattata da Ismea che evidenzia come, le consegne d’oltre i confini iberici abbiano toccato il massimo degli ultimi dieci anni raggiungendo 1,12 milioni di ettolitri.
La Germania si conferma anche per l’anno appena concluso il primo cliente per lo spumante iberico con 450mila ettolitri (-3%), ed una quota pari al 40% del totale, seguita dal Regno Unito con 236 mila ettolitri (+6%) ed una quota che supera il 20%. Infine, il 2006 è stato un anno frizzante per lo spumante anche per le esportazioni negli Stati Uniti con un aumento record del 19%, mentre la crescita dello champagne francese si è fermata ad appena il 9 per cento. È quanto afferma la Coldiretti sulla base di un’analisi dell’Italian Wine&Food Institute, dalla quale emerge un aumento delle importazioni di bollicine dall’estero pari all’li per cento.

Le Roi champagne - Nel 2006 giro d’affari di 4 miliardi di euro...
Noblesse oblige, monsieur Champagne. Per il quinto anno consecutivo le esportazioni nel mondo sono in crescita. Dopo i 327 milioni spediti nel 1999, il 2006 si posiziona come secondo migliore anno nella storia di quello che è uno dei prodotti francesi per eccellenza, con 321,7 milioni di bottiglie. Le vendite registrano un aumento del 4,6% la Francia progredisce dell’i ,5% e nel resto del mondo c’è un incremento delr8,8% (per l’Italia si parla di una crescita del 5,13%). Con poco più di 4 miliardi di euro, dei quali la metà proviene dalle esportazioni, il giro d’affari dello Champagne rappresenta l’equivalente di circa 22 Airbus A380.
(A.T.)

Cava, furia catalana. In 20 anni export dal 27% al 58%...
Un must in patria, ma pressoché sconosciuto all’estero. Almeno fino a qualche anno fa. Il cava per gli spagnoli, ma soprattutto per i catalani, è una vera e propria religione. Marchi come Codorniù e Freixenet sono per Barcellona quello che è la Martini&Rossi per Milano. Meno secco dello champagne francese, meno dolce dello spumante italiano, il cava ha la particolarità di essere rifermentato in bottiglia. La svolta nella politica di distribuzione è avvenuta negli ultimi 20 anni: se nel 1986 veniva esportato solo il 27% delle bottiglie, nel 2006 la quota destinata all’estero è diventata il 58%, con una produzione complessiva che è passata da 153 milioni a 224 milioni di bottiglie.
(A.T.)

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