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Finanza&mercati

Bicchiere mezzo pieno. C’è troppa burocrazia e manca manodopera ... La forza lavoro è costituita sopratutto da immigrati con problemi di lingua e formazione. Ma intervengono gli enti locali a dare una mano... “Fortunatamente c’è l’immigrazione”. Perché il maggiore problema delle industrie enomeccaniche, e non solo, del distretto di Canelli e Santo Stefano Belbo è “reperire manodopera, anche a livello di tecnici” di fronte a una mentalità degli italiani che “vede sempre con più disprezzo il lavoro manuale”. A spiegarlo è Piergiorgio Robino, ad della Robino & Galandrino, azienda specializzata nella progettazione e produzione di gabbiettatrici e capsulatrici sorta nel 1964 e cresciuta tanto da avere oggi un fatturato di l4 milioni di euro e un centinaio di dipendenti, 85 a Canelli. Di cui un 10% di lavoratori extracomunitari, “con buona soddisfazione, anche se il rapporto non sempre è facile e serve il compromesso. E sarebbe poi auspicabile dalle istituzioni un aiuto per la formazione di queste persone, dalla lingua ai processi di lavoro”.
Quelle istituzioni che del resto, oltre che nella formazione, sono “disattente anche nella ricerca e nell’innovazione: o c’è latitanza o c’è una burocrazia mostruosa”. E, nonostante questo, l’enomeccanica canellese “è ancora in crescita. La Cina per noi rappresenta più un’opportunità che una minaccia. Il vino è un settore piccolo nel mondo delle bevande, il mercato si concentra sui grandi impianti di imbottigliamento. Così oggi importano macchinari da noi. E anche sull’export il Far East ha ancora due handicap: l’organizzazione e l’affidabilità”. E per l’immediato futuro del settore di competenza Robino parla di “bicchiere mezzo pieno. Dipenderà dall’evoluzione del mercato mondiale e da quanto noi sapremo sviluppare una vera cultura imprenditoriale”. Fondamentale sarebbe che le imprese del di- stretto cooperassero: “Commercialmente siamo uniti, ma tutta la filiera precedente questo passo è assolutamente individualista, nel puro spirito piemontese”. Inoltre “oggi stiamo assistendo ai passaggi generazionali: le nostre imprese saranno in grado di gestirli?”

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