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Finanza&mercati

Nelle cantine dell’architetto il vino si fa ancora più bello ... Altro che locali bui e polverosi. Oggi molte aziende vitivinicole sembrano veri e propri musei d’arte moderna Come in Maremma, a Petra di Suvereto, coi progetti griffati dal designer Botta... Avete presente le vecchie cantine polverose, che sembrano antri dimenticati dove il tempo passa lento a invecchiare vini pregiati? Ebbene questo è il passato dell’enologia. Oggi le cantine delle più rinomate aziende vitivinicole sembrano musei di arte moderna grazie all’intervento dei più importanti architetti del mondo che si sono misurati con la ristrutturazione di questi luoghi di culto per i cultori de buon vino.
Per esempio verrà inaugurata a breve la nuova cantina dell’azienda agricola Icario sulle colline della Val D’Orcia nei pressi del Borgo di Montepulciano. Il progetto è stato curato dall’architetto Tommaso Valle di Roma. La nuova cantina, gran parte della quale interrata, risponderà alle esigenze di razionalizzazione dell’intero ciclo di vinificazione e invecchiamento.
Al piano seminterrato, in un ambiente interamente termocontrollato, avverrà la vinificazione, mentre la zona interrata della cantina è riservata all’invecchiamento. Icario è avanti non solo in tema di design degli spazi. Infatti la sua campagna stampa vede come art director Aldo Pontremoli che ha scelto come fotografo Kanji Ishii, giovane talento giapponese che lavora tra New York e Parigi.
Ma torniamo in cantina.
Sono stati investiti oltre 20 milioni di euro (terreno, impianto delle vigne e costruzione) per la ristrutturazione di Rocca di Frassinello, nei pressi di Giuncarico in Maremma. Qui, Renzo Piano ha disegnato un edificio in gran parte sotterraneo che si sviluppa per circa 8mila metri quadrati. Intorno 500 ettari di terreno, di cui 125 a vigna. La cantina è un cubo di 46 metri dilato occupato da 2.500 botti di rovere disposte a gradoni concentrici. All’esterno, un padiglione vetrato, attraversato ai centro da due torri che richiamano il modello del villaggio toscano. Sempre in Maremma c’è Petra di Suvereto (LI).
Con la ristrutturazione delle sue cantine si è misurato l’architetto svizzero Mario Botta. Il suo progetto si presenta con l’immagine di un cilindro in pietra sezionato con un piano inclinato parallelo alla collina e due corpi edilizi porticati ai lati. Il progetto vuole essere una reinterpretazione delle antiche dimore di campagna toscane in cui le coltivazioni, in questo caso i vigneti, erano parte integrante dell’architettura.
Ancora in Toscana, a Monti in Chianti, c’è l’Abbazia di Coltibuono, dove una moderna fortezza rinascimentale è stata progettata da Piero Sartogo e Natalie Grenon (gli architetti dell’ambasciata italiana a Washington). Qui si è costruito un percorso idoneo per la vinificazione dolce delle uve sfruttando il principio di gravità. La sua estetica si ispira all’architettura classica italiana, con una visione contemporanea, pur nel rispetto dell’edilizia tipica del posto, All’Abbazia la modernità si sposa con la tradizione. Infatti il vino prodotto nella ipertecnologica fabbrica matura nelle cantine realizzate dai frati nel XIII sec. sfruttando le sotterranee del chiostro.
Dalla Toscana alla Franciacorta in un immaginario percorso d’arte. Ca’ del Bosco è un museo a cielo aperto dove chiunque passa può entrare e godere, oltre che del buon vino, delle sculture di Giò Pomodoro (è suo l’Inno al Sole, il cancello d’entrata della tenuta), di Igor Mitorai (Eroi di Luce), di Rabama (Codice Genetico), Stefano Bombardieri (Rinoceronte) o Bruno Romelda (Elogio dell’Ombra). Anche l’interno merita una visita. Un esempio per tutti il corridoio sotterraneo in barricaria con pareti a vista che mostrano il terreno dove affondano le radici i filari dell’uva.

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