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Finanza&mercati

L’Ocm vino fa strage di aziende “Spariranno 45mila produttori” ... L’europarlamentare Aita (Prc) lancia l’allarme sulla riforma dell’organizzazione comune che porterà all’eliminazione di 200mila ettari di vigneti in Europa, di cui 90mila in Italia... Se la riforma dell’Ocm del vino proposta dall’Unione europea dovesse essere approvata nella sua forma attuale, l’Italia vedrebbe la chiusura di 45mila aziende vinicole. È l’allarme lanciato da Vincenzo Aita (Prc), membro della commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
Il nuovo provvedimento di estirpazione, pensato a Bruxelles per garantire maggiore equilibrio di mercato (atteso per il 4 luglio), prevede l’estirpazione di 200mila ettari di vigneti in tutto il territorio dell’Unione, il che significherebbe per l’Italia la perdita di 90mila ettari di vigneti e 45mila aziende vinicole su 600mila totali, con una riduzione di 800 ore lavorative per ogni ettaro in meno e pesanti riflessi sull’occupazione del settore. “Per l’Italia - spiega Aita a F&M - non è necessario alcun estirpamento perché come paese abbiamo già ridotto la superficie coltivata del 2% negli ultimi 10 anni. Il problema sono le produzioni australiane e californiane. E assurdo distruggere un patrimonio. Bisogna al contrario investire per trasformare i vigneti in coltivazioni di qualità in modo da aumentare le esportazioni.
E' un’Europa strabica, che continua a consentire alla Francia lo zuccheraggio a 8,50%”. Una posizione di forza, quella francese, che il neo ministro dell’agricoltura nell’esecutivo di Francois Fillon, Christine Lagarde, ha tutta l’intenzione di mantenere. Christine Lagarde ha infatti già espresso il suo fermo “no” sulla proposta di riforma dell’Organizzazione comune di mercato. E gli italiani? “Abbiamo ottenuto i primi risultati - prosegue Aita - facendo approvare alcuni emendamenti, come quello sui mosti, che devono essere utilizzati nei luoghi di produzione, e quelli su distillazione e truciolati. Altrimenti si cade nella logica australiana e californiana di fare il vino con le bustine come si fa con il the. Siamo vincenti perché abbiamo diversi enotipi e dobbiamo difenderli”.

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