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Finanza&mercati

La tecnologia Oracle entra nel Castello. E le vigne di Montalcino tornano a vivere ... La cantina vinicola toscana Banfi ha affrontato le difficoltà congiunturali attraverso una profonda riorganizzazione interna per identificare punti di forza e segni di debolezza... L’information management sembra un tema molto lontano dalle esigenze concrete delle imprese, un concetto difficile da comprendere e ancora di più da prendere in considerazione per la soluzione di problemi quotidiani. E invece è esattamente il contrario: uno strumento a disposizione anche delle piccole e medie imprese per svilupparsi.
Il castello. Ne è un esempio il lavoro fatto dalla società Sinfopragma con le tecnologie Oracle applicate a un caso concreto: quello della cantina vinicola Castello Banfi di Montalcino. “Il gruppo - racconta Paola Pomi, offering manager di Sinfopragma - aveva bisogno di uno strumento per governare le difficoltà che stava attraversando. Pur avendo infatti raggiunto in un paio di decenni dimensioni ragguardevoli, con 70 milioni di euro di fatturato e 320 dipendenti suddivisi in cinque società, Castello Banfi non era in grado di individuare in tempi sufficientemente rapidi punti di forza e di debolezza propri e del mercato ogni qualvolta avvenivano eventi o variazioni importanti”. Tra le esigenze più importanti, poi, non va dimenticato che il gruppo è controllato da una società statunitense, costituita da alcune famiglie che, dopo aver visitato la Toscana, hanno preso a cuore il territorio e deciso di investirvi in vino e ospitalità. La dirigenza italiana quindi, voleva mettere in piedi un sistema di reportistica che fosse in grado di soddisfare i rigidi parametri del modello di budgeting della casa madre statunitense.
Occhio all’estero. “L’enfasi sull’univocità e sull’incontrovertibilità del dato - continua Pomi - oltre che sulla sua qualità, è stato quindi molto forte. Un altro elemento importante è poi dato dalla distribuzione: mentre il 50-60% della produzione viene venduta in Italia, oltre il 40% finisce all’estero. Per questo monitorare in tempo reale le informazioni provenienti da venditori e fornitori sparsi per il mondo era un’altra priorità fondamentale”.
Un lungo cammino. Il lavoro è durato oltre un anno: “E stato realizzato - continua Pomi - un sistema che consente di ottenere dati molto dettagliati sulle vendita, sui costi, sui clienti e sulle aree di mercato, raggruppabili in piramidi a cinque livelli di profondità. E ogni livello è destinato a un livello diverso di funzione aziendale”.
L’analisi iniziale, infatti, aveva messo in luce un punto debole molto critico dell’intero ciclo di produzione e di distribuzione: “La società - afferma ancora Pomi - non era in grado di gestire le eccezioni e gli scostamenti rispetto ai budget previsti perché non aveva dati sufficientemente dettagliati e tempestivi. Per cui non era possibile capire perché certi obiettivi non erano stati raggiunti. Ora invece non solo sono stati raggiunti importanti risultati a livello di consolidamento del bilancio, ma, cosa forse ancora più importante, è stata tracciata una precisa analisi dei processi di creazione del prodotto, che ha consentito di identificare con precisione i punti di forza dell’azienda. A conclusione del lavoro il gruppo Banfi ha riconosciuto quanto i risultati positivi ottenuti siano stati frutto della riorganizzazione interna e della reingegnerizzazione dei processi. Si è trattato, infatti, non solo dell’utilizzo di strumenti tecnologici, ma, soprattutto, di un’accurata analisi dell’organizzazione aziendale”.
La soluzione. Ma la tecnologia non è comunque estranea al risultato: “La soluzione utilizzata - dice ancora Pomi - è stata EnterpriseOne di Oracle per la gestione del database, vero cuore informativo dell’azienda. In esso è stato poi integrato il nostro Erp verticale Food & beverage, una soluzione specifica per le aziende che operano nel settore alimentare”. Una soluzione che nasce dall’esperienza: Sinfopragma è stata infatti fondata nel 1984 da tre ex dipendenti della Barilla. Il settore alimentare è quindi nel suo Dna. Attualmente realizza un fatturato annuale di circa 16 milioni di euro e ha 249 dipendenti. Tra i suoi clienti vanta, oltre a Castello Banfi e Barilla, anche Rovagnati e Sangemini.

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