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Finanza&mercati

Dagli Ogm 6 miliardi di euro di danni all’export del biologico ... Secondo Coldiretti l’aumento della soglia dallo 0,1 % allo 0,9% potrebbe portare ad un calo nei consumi pari al 60 % per il solo bio. Contraria anche la Cia scesa in piazza... I rischi di contaminazione da prodotti Ogm negli alimenti e in particolare in quelli biologici, possono provocare perdite economiche superiori ai 6 miliardi di euro per effetto del crollo nelle esportazioni e del calo nei consumi stimabile pari al 60% per il solo biologico. I dati sono di Coldiretti, che ha chiesto, come ha spiegato il presidente Sergio Marini, “il ritiro immediato dei protocolli per la sperimentazione Ogm all’aperto per prodotti come vino, olio, agrumi e pomodoro e l’urgente applicazione dell’etichettatura di origine obbligatoria per il biologico Made in Italy per il quale deve essere garantita la tolleranza zero nei confronti della contaminazione da biotech”.
La presenza di contaminazioni da Ogm in vino, olio e conserva di pomodoro - ha sostenuto la Coldiretti - danneggerebbe l’immagine complessiva del made in Italy alimentare e causerebbe danni economici irrimediabili con oltre la metà degli stranieri (55%) che eviterebbe gli alimenti interessati e con addirittura il 15% che rifiuterebbe tutti i cibi nazionali causando un danno stimato pari a 5,4 miliardi di euro per il solo calo delle esportazioni. “La maggior parte degli stranieri (60%) - ha rilevato Coldiretti - ritiene che l’introduzione di Ogni nell’agroalimentare italiano determinerebbe un peggioramento della sicurezza d’uso dei prodotti italiani con un chiaro impatto sulla percezione della qualità e sull’immagine del prodotto alimentare italiano”.
Contraria anche la Cia che è scesa in piazza davanti alla Camera per manifestare. “Per il biologico non ci possono essere - dice - contaminazioni da Ogm. Solo in questo modo si tutela la qualità e si salvaguardia la biodiversità. Non solo. Si garantiscono i consumatori e i produttori. Quindi, un fermo no alle scelte dell’Unione europea”. La Cia è, dunque, mobilitata perché nel Paese il biologico mantenga ferme le sue prerogative e caratteristiche.

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