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“Wine and kisses” tra i vigneti di Todi affittati al cinema ... Stefano Todini ha ambientato un film nel suo relais in Umbria. Un modo per pubblicizzare il territorio e i prodotti della zona... È l’unico esperimento italiano di podere avito affittato al cinema, almeno per ora. La tenuta dell’azienda Agricola Todini, a Collevalenza di Todi in provincia di Perugia, appartiene alla famiglia Todini da almeno 50 anni. Specializzata in colture (a basso impatto ambientale) quali vigneti, grano, mais, girasoli e foraggi, comprende 600 ettari di seminativi e 70 di vigneti dove vengono prodotti vini doc come il “Nero della Cervara”, un Igt umbro ottenuto da uve cabernet sauvignon e merlot, il “Rubro” Sangiovese o il “Grechetto di Todi”.
Adesso a Stefano Todini, socio unico di Tiesse Holding (costituita nel 1979, oggi controlla l’Agricola Todini e ha un capitale sociale di 30 milioni di euro) è venuto in mente di “pubblicizzare la tenuta” in maniera un po’ alternativa: producendo, tramite la Cantina Franco Todini srl, un film girato nella tenuta. Il lungometraggio si intitola Come le formiche - Wine e kisses, la regia è di Ilaria Borrelli e vede tra gli interpreti Galatea Ranzi, Enrico Lo Verso e Frank Murray Abraham, premio Oscar nel 1984 per l’interpretazione di Salieri nell’Amadeus di Milos Forman. Il film, prodotto dallo stesso Todini e da sua moglie, Patrizia Pellegrino, che interpreta anche un ruolo nella pellicola, è stato girato, per quanto riguarda gli interni e parte degli esterni, nel relais Todini, residenza d’epoca della famiglia, situata in un castello risalente ai quattordicesimo secolo ma dalle radici di epoca etrusco-romana.
Il castello è stato completamente ristrutturato e trasformato nell’attuale relais con sette camere matrimoniali e cinque suite. Il grande parco della tenuta che si estende su un’area di circa 1.300 ettari: intorno ai quattro laghi, di l30mila metri quadri di superficie, si estendono grandi prati dove scorrazzano oltre 30 specie di animali fra cui struzzi africani, emu, zebre, cervi, antilopi, canguri e cammelli. L’esperimento di Todini è, per il momento, l’unico che sia stato portato a termine (il film è stato terminato ed è pronto è per la distribuzione nelle sale) nel nostro Paese che in genere preferisce ambientare le riprese dei lungometraggi in esterni ricostruiti in studio (Cinecittà) o in location pubbliche, tipo piazze o vie cittadine.
Poche volte l’ambientazione avviene in luoghi privati: viene in mente qualche castello, tipo quello di Donnafugata nel Gattopardo di Luchino Visconti (in realtà, era il castello Chigi, ad Acerra) ma soprattutto, più di recente, i vigneti della Napa valley californiana (Sideways, in viaggio con Jack) o alle vigne della Provenza in Un ‘ottima annata di Ridley Scott. L’idea di Todini è un po’ diversa: “L’idea - dice il manager - nasce con l’intenzione di sperimentare nuove forme di promozione del territorio, realizzando film che valorizzino al contempo anche i prodotti tipici”. Per il momento, la cosa si sviluppa in Italia, visto che Tiesse Holding investe soprattutto nelle aziende di proprietà di Todi, in Umbria. Ma l’orizzonte potrebbe anche allargarsi. “Potremmo prendere in considerazione l’ipotesi di girare qualcosa in Argentina tramite una coproduzione”, aggiunge Todini. Che non nasconde l’intenzione di dare impulso a un canale satellitare o, più probabilmente, a un Internet tv dove possano essere sviluppati i temi della valorizzazione del territorio e dei prodotti da esso hanno origine.

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