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Finanza&mercati

Gli italiani amano la bionda. Più del vino ... Abbattuto l’ultimo tabù, quello che la vietava in tavola ad accompagnare il pesce, ora la birra ha nel mirino il suo antagonista “storico”: il vino. E ormai si assiste a un vero e proprio testa a testa nei numeri del consumo, impensabile fino a quattro o cinque anni fa. L’edizione presentata ieri de “Gli italiani e la birra”, indagine di mercato di Makno per Assobirra, illustra lo storico “sorpasso” tra i due boccali preferiti dai commensali.
Nei giorni feriali (cioè durante la settimana), in occasione delle “uscite” enogastronomiche fuori casa degli italiani (al bar, in pizzeria, ma anche al ristorante) l’indagine statistica rivela che il 19,8% dei consumi sono attribuiti alla birra e il 18,8% al vino. Rispetto all’anno scorso si registra, infatti, una diminuzione per il vino (era al 25,2% nel 2005 e addirittura al 38,5% nel 2004) e una crescita del +4% per la birra. Quando, invece, si passa ad esaminare il consumo di bevande durante i pasti, sempre fuori casa, ma nel week-end, le posizioni si invertono: il vino si afferma con il 43,6% delle preferenze, ma vede ridotto il distacco rispetto alla birra.
Che, invece, mette a segno un +4% arrivando al 38,9 per cento. In merito alle preferenze, gli italiani riservano il primo posto alle pils (40,9%), seguite dalle doppio malto (13,9%), dalle puro malto (11,3%), dalle lager (10,6%), dalle birre di frumento (3,5%) con una attenzione nuova, e crescente, anche per le analcoliche (2,6%). Sul fronte della produzione, il settore birrario italiano nel 2006 ha confermato la propria importanza nel panorama dell’industria agro-alimentare. I 16 impianti produttivi dislocati sul territorio nazionale, di cui 7 nel Centro-Sud Italia, hanno dato lavoro a 20.085 persone fra occupati diretti e indiretti (che salgono a 133mila con l’indotto), producendo oltre 12,8 milioni di ettolitri di birra (di cui 781mila esportati) a fronte di un consumo interno pari a 17,8 milioni di ettolitri.

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