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Finanza&mercati

Nei tini dei Fratelli Zeni “bolle” il marketing ... L’azienda di Bardolino ha 130 anni di storia. È un esempio di realtà solida e in crescita, con un fatturato 2006 di 4,2 milioni e un’elevata vocazione all’export (60% del prodotto)… Il segreto, oltre al vino buono, è il marketing. E la politica del brand. Verona, con Treviso, punta di diamante del distretto del vino veneto (costituito da 319 imprese, per un totale di 3.2 78 addetti), fa da traino al settore agroalimentare, che fatica ad uscire da un triennio di crisi produttiva (-4,5% nel 2006). I numeri della provincia scaligera fotografano un settore vitivinicolo dinamico ed aggressivo: 22.642 ettari vitati; 332.050 tonnellate raccolte nel 2006 (+10,6% rispetto alla vendemmia dell’anno precedente). La Cantina Fratelli Zeni, in località Costabella di Bardolino (VR), nel cuore del distretto, 130 annidi storia, è un esempio di impresa solida e in crescita, con un fatturato 2006 di 4,2 milioni e un’elevata vocazione all’export (vicina al 60% del prodotto; Svizzera, Germania, Olanda e Usa gli sbocchi preferenziali). L’azienda vendemmia 25 ettari di vigneti, dai classici, fra cui il Recioto e il Bardolino, Doc e Doc Superiore, il Bianco di Custoza, il Soave, il Valpolicella, l’Amarone, fino ai “nuovi” Costalago, Cruino, Merlar. Dispone di una modernissima cantina automatizzata che consente lo stoccaggio di 18.300 ettolitri.
“Terroir, esposizione, altitudine, sesto d’impianto, età delle viti - dichiara Fausto Zeni, amministratore della Cantina - sono il nostro segno distintivo. È una sorta di marchio di fabbrica che, idealmente, viene impresso su ognuna del milione di bottiglie che escono dalla nostra azienda. Siamo di quinta generazione imprenditoriale, ci sentiamo portavoce di una filosofia produttiva solo nostra, in cui il marketing più avanzato si unisce ai valori e alla cultura della nostra famiglia”. L’azienda coniuga sapientemente, infatti, gli elementi del marketing di successo del made in Italy: apertura al pubblico degli spazi, ottimizzati ed esteticamente curati; attenzione al consumo sano, di qualità superiore e alle esperienze sensoriali; senso retrospettivo e capitalizzazione del passato. Fra le operazione di branding più evidenti, oltre alla partecipazione ai più prestigiosi concorsi enologici, va citato l’allestimento del Museo del Vino, meta di flussi turistici trasversali dai volumi interessanti. Creato nel 1991 all’interno della cantina, ricostruisce l’evoluzione delle tecniche e della strumentazione della cultura del vino dal XIX secolo fino ai giorni nostri: strutturato per percorsi didattici, dispone di collezioni di mezzi per la raccolta e il trasporto delle uve, torchi, anfore, ed antichi vasi vinari.

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