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Finanza&mercati

Sulle tavole estere si brinda a spumante ... Consumi cresciuti del 13%. Bene gli Stati Uniti (+15%), Giappone (+13%) e i Paesi Ue (+8%). Record anche in Italia (+9,5%)... Se i francesi sono in crisi perché non hanno champagne a sufficienza per soddisfare la domanda, brindano, ed è il caso di dirlo, le bollicine italiane per le quali si aprono nuove e ricche potenzialità sui mercati internazionali.
“Gli spumanti italiani vanno già molto bene - commenta Etile Carpenè, titolare della Carpenè Mal- volti una delle più antiche aziende di produzione dello spumante italiano presente con Gancia dal 1868 - e anche il 2007 si presenta un’ottima annata che segue il trend di continua crescita da almeno un decennio”. “Questo conferma - continua - che i vini spumanti italiani non sono più solo un prodotto per le festività, ma il loro consumo si ha anche nei momenti di socialità, negli happy hour e nei dopo cena”.
Lo spumante cresce non solo in Italia, dove nel 2007 i consumi hanno fatto registrare il record di +9,5%, ma anche sui mercati esteri dove fa addirittura concorrenza allo champagne. È quanto afferma la Coldiretti, sulla base dei dati Ismea Ac Nielsen del primo trimestre 2007, nel sottolineare che su base annua nel 2006 gli acquisti domestici di spumante in Italia si sono attestati su 42 milioni 940mila litri per un valore di 250 milioni 607mila euro. Tanto che gli spumanti battono la concorrenza dello champagne francese. Ottimi risultati anche all’estero con una crescita media del 13%, in particolare negli Stati Uniti (+15%), nel Giappone (+13%) e nei paesi dell’Ue con un (+8%) dove la Germania si conferma essere il mercato principale.
Tra le bollicine italiane dopo l’Asti, il prosecco di Conegliano Valdobbiadene è il più venduto all’estero. “Il prosecco - continua Carpenè - ha di diverso dallo spumante il metodo di produzione. Si ottiene con la rifermentazione in autoclave che meglio esalta caratteristiche e profumi del vitigno. Il prosecco è ideale per un consumo fresco”.

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