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Finanza&mercati

Le strade del vino portano tutte a Pechino ... Secondo un rapporto commissionato dall’enoteca londinese Berry Bross & Rudd entro il 2058 la Cina sarà primo produttore del mondo... Il vino del futuro? è cinese. Lo dice il rapporto “Future of Wine”, realizzato dalla enoteca londinese Berry Bross & Rudd, secondo il quale, entro il 2058, la Cina, già sesto in classifica, diventerà il primo paese produttore del mondo. E tra le cause principali di questo “cambio al vertice” c’è il riscaldamento della crosta terrestre, che contribuirà a creare il profilo dei nuovi produttori di vino.
Ma non è solo questa la novità presente nello studio, che ha l’obiettivo di far capire come cambierà il profilo dell’industria del vino di qui a 50 anni. Secondo gli esperti presto i francesi perderanno il primato nella produzione del vino pregiato e verranno surclassati dai nuovi giganti mondiali dell’economia, con in testa, ovviamente, India e Cina.
Anche qui è facile capirne il motivo: a Pechino e a Dehli stanno sorgendo generazioni di
enotecnici in grado di trattare il vino nazionale con la migliore “tecnica francese”. Già oggi è possibile trovare alcune aziende sino-francesi in grado di curare la trattazione del vino su base sperimentale, grazie a un accordo tra il governo cinese e quello transalpino. Morale:
nell’era della globalizzazione anche la qualità è un qualcosa che può essere acquistato, e non è più retaggio di una specificità nazionale.

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