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FONTE: ANSA - ISLAM: IL RAMADAN IN TEMPI DI CRISI, SI TEME IL CAROVITA …

Fervono in tutto il mondo musulmano i preparativi per la più importante ricorrenza religiosa dell’Islam, il mese sacro del Ramadan, che quest’anno inizierà tra il 21 e il 22 agosto a seconda della comparsa della luna crescente nei vari vari Paesi e sarà inevitabilmente segnato dalla crisi economica, costringendo le famiglie a tirare la cinghia pur di non rinunciare alla festa.

Dal Qatar al Marocco, passando per Medio Oriente, Algeria e Tunisia, i governi si affannano per tentare di garantire a tutta la popolazione un mese di festa, nonostante un potere d’acquisto messo a dura prova dalla crisi che, in maniera più o meno grave, non ha risparmiato nessuno. Al via quindi campagne di beneficenza della Mezzaluna Rossa, piani per la protezione dei consumatori e importazioni di carne e verdura, per tentare di frenare l’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari che arrivano anche a raddoppiare in questo periodo di consumi extra.

Se nel Ramadan i musulmani praticanti digiunano dall’alba al tramonto, la notte si rifanno abbondantemente del tempo perduto dando sfogo alle voglie accumulate durante una calda giornata di privazioni e concedendosi anche quelle delizie del palato considerate inaccessibili il resto dell’anno. “Non prendete d’assalto i negozi, non ci sarà nessuna carenza. Tutti i prodotti alimentari, verdura e carne, sono disponibili in grande quantità”, ha assicurato il Ministero algerino dell’agricoltura e appelli simili sono stato lanciati inutilmente in tutti i paesi. La corsa agli acquisti è gia’ scattata da tempo nel tentativo di accaparrarsi i prodotti prima dei rincari.

“Nelle ultime due settimane è già aumentato tutto”, spiega Amina Khalti, impegnata in una vera e propria battaglia per acquistare delle patate in offerta al mercato di Bab El Oued, quartiere popolare di Algeri. “Ho già fatto scorta di tutti i prodotti possibili ma con carne, frutta e verdura non posso farci niente”, aggiunge la ragazza, due figli e uno stipendio di 15.000 dinari (circa 150 euro). “Mi ingegnerò e certo nella chorba (zuppa tipica maghrebina, ndr) ci sarà un po’ meno carne!”.

Nonostante l’annuncio di importazioni extra di 40.000 tonnellate di carne rossa congelata, nell’ultimo mese in Algeria, dove lo Smig è di 12.000 dinari (120 euro), il prezzo di manzo e agnello è passato da 600 a 900 dinari al chilo (9 euro). Stessi aumenti anche per pollo da 250 a 350 dinari e poi verdure, zucchero e cereali. E se ad Algeri ci si affida all’arte di arrangiarsi, in Giordania un’associazione di consumatori, la Cps, è arrivata a lanciare una campagna di boicottaggio della carne, arrivata a costare 15 euro al chilo, per reclamare un taglio del prezzo; in Qatar, le autorità hanno emesso una lista di prezzi calmierati per alcuni alimenti.

Come vuole la tradizione nel mese sacro del digiuno - uno dei cinque pilastri dell’Islam assieme alla professione di fede, la preghiera, la Zakat (elemosina) e il pellegrinaggio alla Mecca - scatteranno in tutti i Paesi le “operazioni di solidarietà”. Circa 600 ristoranti della Rahma (solidarietà, in arabo) distribuiranno pasti gratuiti in tutta l’Algeria; saranno consegnati circa 2 milioni, nel 2008 erano 1,5 milioni, di “cestini” per le famiglie povere, carichi di semola, olio, farina, zucchero del valore di 5 mila dinari (50 euro).

Fonte: Ansa

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