Nel 90% dei post sul made in Italy, in nove diverse lingue nei primi dieci canali social nel mondo, si parla di Fashion e Automotive, ma le conversazioni ed i trend più amati sono quelli in cui si discute di Food, Ospitalità e Nautica, categorie che, seppur meno “presenzialiste” online, ottengono il favore dei navigatori, che esprimono commenti prevalentemente positivi. A dirlo, il primo Social Luxury Index, l’Osservatorio sulle social media conversation relative ai brand di Altagamma, la Fondazione che riunisce le migliori imprese dell’Alta Industria Culturale e Creativa ambasciatrici dello stile italiano nel mondo, promosso con Accenture. Secondo il quale, molto si può ancora fare, per migliorare l’associazione con il brand “Italia” che, fatta eccezione per la Nautica ed il Design, non emerge come parte integrante dello storytelling social delle diverse categorie, Food compreso. Un universo nel quale generano invece molta attenzione i gourmet award, gli chef influencer, i circular food ed i tech food, intese come esperienze innovative volte a migliorare il coinvolgimento degli appassionati e l’efficienza della produzione alimentare.
L’Osservatorio ha preso in esame le conversazioni spontanee inerenti al Luxury - Made in Italy sui canali social per un intero anno: un mondo, quello dei social, a cui le nostre eccellenze si affacciano con gradi diversi di maturità. Il Social Luxury Index è un parametro sintetico di riferimento per misurare l’andamento delle strategie social dei brand sotto vari punti di vista: presenza geografica, share of voice, sentiment delle conversazioni, coinvolgimento delle persone e di eventuali ambassador.
La capacità di creare sinergie tra brand di settori diversi si conferma anche sui social come una carta vincente per ottenere engagement: eventi e collaborazioni trasversali e innovative possono avere un notevole impatto online. La Settimana della Moda di Milano o la Design Week solo per citare due esempi offrono sempre più spesso l’occasione per contaminazioni virtuose sui social, amplificate dalla partecipazione di artisti, influencer, brand ambassador.
L’analisi mette inoltre in evidenza delle opportunità di crescita nei social market emergenti dell’Asia e del Pacifico. Russia e Cina ad esempio rappresentano circa il 30% del mercato globale del lusso, sui canali social di queste aree geografiche sono presenti oltre 1 miliardo e mezzo di utenti, attivi su piattaforme locali come VK, WeChat e Sina Weibo, nelle quali possiamo però osservare un presidio ancora basso del lusso made in Italy, che si attesta attorno al 28%. Esistono dunque ampi spazi di crescita. I brand che sapranno migliorare rapidamente le loro strategie social in questi spazi guadagneranno un vantaggio competitivo notevole.
L’analisi di Accenture e Altagamma focalizza infine l’attenzione sul legame esistente tra i brand del lusso e il concetto di made in Italy: sebbene infatti il patrimonio di valori legati al marchio del Bel Paese sia implicitamente comunicato in molti prodotti dell’industria del lusso, a fare leva in maniera diretta anche sui canali social proprio su questo punto di forza sono maggiormente Nautica (95%) e Design d’interni (43%).
“L’ascolto e l’analisi delle conversazioni social spontanee sarà uno strumento rilevante per intercettare le preferenze del consumatore globale - spiega Stefania Lazzaroni, dg Altagamma - il Social Luxury Index, alla prima edizione, rivela alcune opportunità da cogliere e le profonde differenze tra settori diversi dell’alto di gamma come la moda, il design, il food. Molto si può ancora fare per conquistare i nuovi consumatori e in particolare quelli asiatici”. E secondo Alessandro Zanotti, Managing Director Accenture, “la capacità dei brand di comunicare sui social in maniera strategica e coerente con il posizionamento di mercato è fondamentale ed è un elemento da tenere in particolare considerazione per le aziende premium o luxury”.
Le sfide del futuro? The Asian Wave, la capacità degli influencer di attivare picchi di
conversazioni social sui brand, e la reattività del mercato asiatico; la tecnologia esperienziale sempre più apprezzata nei prodotti; e la sostenibilità, tra gli argomenti più discussi. I dati emersi dal report delineano dunque uno scenario all’interno del quale le opportunità e le sfide per il lusso made in Italy sono molteplici: fondamentale, è che i diversi settori individuino le priorità che li contraddistinguono in modo da elaborare strategie adeguate a sviluppare a pieno le potenzialità del made in Italy nel contesto globale.
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