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CIBO & VACANZE

“Foodcations”, un terzo della spesa turistica è nel cibo. In Italia Le Cesarine monitorano il trend

Osservatorio Home Food “Le Cesarine”, la spesa turistica degli stranieri in Italia è di 36,4 miliardi di euro annui, di cui 12 miliardi spesi in cibo
FOODCATIONS, LE CESARINE, VACANZE ENOGASTRONOMICHE, Non Solo Vino
La nuova frontiera della vacanze sono le “foodcations”, tutte dedicate alle esperienze gastronomiche

Come ogni altro ambito della vita di ogni consumatore, anche le vacanze sono vetrina di trend e nuove passioni. E da un’indagine Coldiretti in materia ha svelato come ormai un terzo della spesa turistica è dedicata al cibo e sue esperienze. Cultura e tradizioni dei luoghi visitati sembrano essere i driver delle scelte nella ricerca delle esperienze. Senza distinzioni d’età: la tendenza vale per i baby boomers quanto per i Millennial che preferiscono, con il 67% contro il 59%, spendere soldi in esperienze piuttosto che in una bella camera d’albergo, così come farne di nuove e inedite piuttosto che rilassarsi (67% anche in questo caso). Più nel dettaglio, la voce di spesa legata al cibo è aumentata del 61% dal 2017 al 2018. Una moda tutt’altro che destinata a finire, ma piuttosto una vera e propria riscoperta del legame tra tradizione culinaria ed enogastronomica e cultura del territorio. Tanto, da aver dato vita, soprattutto nei paesi anglosassoni, ad un nuovo termine per descrivere questa tendenza, “foodcations”, parola composta da “food” e “vacation” che indica un modo di viaggiare che mette al centro il cibo, inclusa la ricerca di esperienze particolari, così come tradizioni e ricette della destinazione visitata.
E in Italia, questo trend, che non è proprio nuovissimo, è registrato e monitorato da associazioni come quella de Le Cesarine, il network che raccoglie circa 600 cuoche-domestiche che propongono cucina regionale di qualità nelle loro case, che con il suo Osservatorio di Home Food Le Cesarine evidenzia come la spesa turistica degli stranieri in Italia è di 36,4 miliardi di euro all’anno, di cui 12 miliardi spesi in cibo ed esperienze enogastronomiche. Di questi 12 miliardi, 3 sono stati spesi in “occasioni di consumo di cibo al di là della ristorazione tradizionale”. Esperienze che si declinando in diverse forme: lezioni di cucina, social eating e home dining soprattutto. Le Cesarine aggiunge una finalità ulteriore: far provare e conoscere agli ospiti la cucina tradizionale e l’autentica ospitalità italiana preservando e continuando la tradizione regionale.
Ad accogliere il maggior numero di turisti stranieri - in larga parte statunitensi, seguiti da tedeschi, svizzeri e francesi - negli ultimi 18 mesi sono state Le Cesarine delle grandi città d’arte come Roma, Firenze Venezia, Napoli, Bologna e Milano cui si sono aggiunte, nell’estate, quelle delle destinazioni di villeggiatura, con Sorrento, Como e Siena sul podio.
Ed è uno spaccato socio-demografico interessante anche quello che i turisti, alla ricerca di food experience autentiche, hanno offerto alla rete delle Cesarine e Cesarini: a loro volta persone dall’età media di 57 anni, spesso professionisti (alcuni dei quali in pensione), guidati oltre che dall’amore per la cucina anche dalla curiosità per il confronto con culture straniere. L’identikit di coloro che hanno prenotato, nell’ultimo anno, cene e lezioni di cucina sul portale delle Cesarine è rappresentato da nuclei familiari “maturi” (capifamiglia oltre i 50 anni), stranieri, provenienti per lo più da grandi città statunitensi, New York in testa, seguita da Houston, mentre dal vecchio continente, Monaco di Baviera, Parigi, Zurigo e Londra, “capitanati” da donne - il 60% delle prenotazioni viene dal gentil sesso - con un elevato grado di istruzione e buona capacità di spesa.

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