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VINO & FUTURO

Formazione e dialogo aperto con i giovani: torna anche nel 2025 la #Zonin1821 Academy

Francesco Zonin, vicepresidente del gruppo: “noi produttori dobbiamo comprendere cosa si aspettano le nuove generazioni dal mondo del vino”

Garantire una formazione interdisciplinare, favorire il team working ed il rafforzamento del senso di appartenenza così da valorizzare i pilastri che compongono la mission e la vision del gruppo: persone, sostenibilità, made in Italy, sapere vitivinicolo. Torna la #Zonin1821 Academy, il progetto corporate, nato nel 2023, di Zonin1821, uno dei gruppi del vino più articolati e rilevanti dell’Italia enoica, contando vigne e cantine nelle regioni a più alta vocazione vitivinicola del Belpaese, e quindi da Castel del Poggio (Piemonte) a Tenuta Bosco (Lombardia), da Zonin (Veneto) a Ca’ Bolani (Friuli), da Masseria Altemura (Puglia) a Feudo Principi di Butera (Sicilia), da Rocca di Montemassi a Castello d’Albola (Toscana), con le realtà oltreconfine di Barboursville (Usa) e Dos Almas (Cile) a completare il cerchio. Un progetto che guarda sia a livello interno che esterno, mettendo al centro la formazione. Il tutto attraverso un piano strutturato di lezioni e progetti organizzati in collaborazione con i docenti di importanti università italiane ed internazionali: per gli studenti ci sarà la possibilità di seguire le lezioni ed i progetti in aula, ma con esperienze anche nelle tenute.
“La formazione delle nuove generazioni - spiega Francesco Zonin, vicepresidente Gruppo Zonin 1821 - è un pilastro fondamentale della nostra cultura di gruppo che è radicato nella visione imprenditoriale della nostra famiglia. Con Millennials e Gen Z, il nostro settore deve imparare a dialogare con temi complementari rispetto a quelli ai quali siamo abituati a pensare e che, però, troppo spesso, sono centrati sulle sole caratteristiche organolettiche del prodotto. Inoltre, dal punto di vista dell’approccio, è importante coinvolgere le nuove generazioni dando vita ad un dialogo a più voci, piuttosto che prediligere una comunicazione unidirezionale: noi produttori dobbiamo comprendere cosa si aspettano le generazioni dal mondo del vino, fornire loro informazioni per comprenderlo, ma anche invitarle ad interpretarlo ed arricchirlo”.
Sarà dato risalto, negli incontri, alla promozione di una cultura del “bere responsabile”. Per Francesco Zonin bisogna infatti “invitare a riflettere sul consumo responsabile, comunicare le diverse culture vitivinicole che custodiamo, spiegare il rapporto tra vino e salute, argomentare di sostenibilità, esporci raccontando le attività di responsabilità sociale che implementiamo o i valori d’impresa che promuoviamo, ma anche presentare novità (tra le quali ready to drink o prodotti analcolici) che si affiancano alle proposte tradizionali e possono essere oggetto della sperimentazione di consumo”.
Tra i principali progetti implementati nel 2024 e nei primi mesi 2025 vengono segnalati quelli in collaborazione con Bologna Business School, Iulm University, Università Cattolica del Sacro Cuore di Padova, Mib di Trieste, Ca’ Foscari di Venezia, Università di Camerino, Sant’Anna di Pisa, Università di Firenze, Università di Siena, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Università del Salento, Università di Palermo, Oxford University, King’s College di Londra, Manchester University e Stocholm School of Economics.

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