Alla fine, più che di 100.000 ettari di vigna da estirpare, per riequilibrare produzione di vino (oggi eccessiva) e domanda (in calo), in Francia, si parla, ragionevolmente, di 50-60.000 ettari. Un quantitativo comunque importante, su un totale intorno agli 800.000 ettari vitati, che testimonia ancora una volta uno stato di malessere diffuso del settore in un Paese che, insieme all’Italia, domina i mercati del mondo. E la cui crisi, venuta quasi improvvisamente alla ribalta mediatica, è sintomo evidente della difficile fase che sta passando tutto il settore enoico mondiale. Alle prese, come abbiamo raccontato più volte, con un mutamento profondo delle abitudini di consumo, con il crescente salutismo, con il cambiamento climatico, con le tensioni internazionali e con un quadro economico complessivo che non incentiva i consumi di un bene ormai edonistico come è diventato il vino. La stima degli ettari da voler e poter estirpare Oltralpe, emerge in parte da interpretazioni di dati in maniera indiretta, e in parte da quanto emerso dalle risposte alla consultazioni lanciata, nei mesi scorsi, da FranceAgriMer, l’agenzia del Governo di Francia che si occupa di agricoltura. Consultazione non vincolante, alla quale, riporta la irviosta on line “Vitisphere”, alla quale hanno risposto 5.125 aziende vitivinicole sulle 44.540 interpellate.
Un risultato, questo, al disotto delle attese, viste anche le tante tensioni e pressioni del mondo produttivo francese alla politica in questi mesi, ma tanto è. Sul piatto due le ipotesi (eventualmente da concordare con Bruxelles, ndr): l’estirpazione permanente con un “premio” di 4.000 euro per ettaro senza autorizzazione al reimpianto, o l’estirpazione temporanea, pagata 2.500 euro ad ettaro. Ebbene, emerge che il 35% è propenso a togliere in maniera permanente le vigne, il 32% dei rispondenti non vuole sradicare la vigna, il 19% guarda allo sradicamento temporaneo ed il 14% ad un mix tra le due cose. In totale, spiega il responsabile FranceAgrimaire Settore Vino, Jérome Despey, le indicazioni sarebbero per 15.400 ettari da estirpare definitivamente, e 6.800 in maniera temporanea. E, tra coloro che voglio togliere la vigna definitivamente, il 31% pensa di chiudere definitivamente l’attività. Dai rispondenti al sondaggio, che sono l’11,5% di quelli a cui è arrivato, emerge che 10.000 ettari per l’estirpazione, che sia temporanea o permanente, sono richiesti della Languedoc-Roussillon, 4.300 ettari a Bordeaux (dove, però, è già in campo il piano di estirpo da oltre 9.000 ettari, ufficialmente per motivazioni sanitarie, partito mesi fa), 4.100 ettari nella Valle del Rodano e in Provenza, 3.000 ettari nel Sud-Ovest, e 600 ettari in altri territori (ad eccezione della Champagne, esclusa dal sondaggio).
Dati indicativi, comunque, e tutti da interpretare, in quadro di grande incertezza, comune a tutto il mondo del vino. Mentre, peraltro, in Unione Europera, si discute di una misura generale di estirpazioni dei vigneti, permanenti e temporanee, anche se ancora in maniera non palese, e, comunque, con tanti pareri contrastanti in materia.
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