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Francia, “la legge Evin è superata”. Proposta contro la pubblicità degli alcolici sui social network

Presentata dai deputati Loïc Prud’homme e Karine Lebon, ma con un’ampia adesione: tra il 2021 e 2024 rilevati 11.300 contenuti che promuovono l’alcol
FRANCIA, LEGGE EVIN, pubblicità alcolici, Mondo
In Francia una proposta di legge per regolamentare la pubblicità degli alcolici sui social

Il salutismo sembra essere diventato una priorità nell’agenda politica e, in particolar modo, nello spingere sul tema della prevenzione, in particolare verso i più giovani. Prevenzione che può partire anche dall’intervento legislativo sulla pubblicità in un mondo sempre più veloce e che veicola messaggi su più piattaforme, soprattutto sui social, strumenti peraltro assenti negli anni ‘90 del Novecento, quando a dominare erano la tv, la carta stampata e la radio. Tante le voci che sono intervenute sull’argomento, che sembra particolarmente sentito in Francia. Non a caso c’è chi dalla teoria vuole passare ai fatti, con l’obiettivo di rinnovare la famosa legge Evin (1991) che vieta, tra le altre cose, ogni pubblicità a favore degli alcolici sul piccolo schermo per tutelare i giovani. Un cambiamento suggerito attraverso una proposta di legge “trasversale”, che potrebbe essere discussa a marzo nell’Assemblea nazionale, mirata a proteggere i giovani dalla pubblicità degli alcolici, in particolar modo sui social network. Presentata dai deputati Loïc Prud’homme (Lfi) e Karine Lebon (Ddr) e cofirmato da numerosi deputati, ma non solo, perché, come ha spiegato Prud’homme, la richiesta di mettere all’ordine del giorno la proposta di legge ha trovato anche il sostegno di alcune associazioni ed esponenti della società civile: “questa proposta prevede di vietare l’affissione pubblicitaria in prossimità degli esercizi che accolgono minori o persone a rischio e di regolamentare la pubblicità sui social network”, riparando i giovani dai pericoli del “marketing aggressivo”.
Si legge nella proposta di legge (3 dicembre 2024) che “negli ultimi anni la legge Evin è stata ampiamente indebolita sotto la pressione della lobby dell’alcol e che non risponde alle nuove sfide poste dallo sviluppo di internet e dei social network. I minori rimangono quindi ampiamente esposti al marketing delle aziende produttrici di alcol su alcuni media, in particolare attraverso i social network e le esposizioni negli spazi pubblici. Oggi i social sono il mezzo di comunicazione più utilizzato dai giovani. Tuttavia, l’attuale legislazione francese mantiene i social network in una sorta di bolla intoccabile”. Ed ancora, “il mondo sta cambiando e anche il marketing” e nonostante la legge Evin si sia evoluta, “gli influencer trovano costantemente modi per aggirare gli sviluppi specifici riguardanti la pubblicità degli alcolici su internet”, si legge ancora nella proposta di legge, che evidenza come “tra il 2021 e il 2024, l’associazione Addictions France ha rilevato 11.300 contenuti che promuovono l’alcol sui social network. Questi annunci sono stati trasmessi da quasi 500 influencer e più di 800 marchi, principalmente grandi gruppi di birra e liquori. Secondo uno studio della School of Advanced Studies in Public Health, infatti, il 79% dei giovani tra i 15 e i 21 anni vede ogni settimana pubblicità di alcolici sui social network”.
Stretta sugli alcolici ma non solo perché “su internet scopriamo anche siti che offrono “superalcolici analcolici”. Questo improbabile ossimoro contribuisce a confondere il messaggio al consumatore. Public Health France mette in guardia contro questi prodotti che potrebbero facilitare la transizione al consumo di bevande alcoliche. Infatti, iniziare consumando le varianti analcoliche può portare rapidamente alla versione alcolica. Queste pubblicità di versioni analcoliche hanno quindi lo stesso potenziale per incentivare il consumo tra i giovani. È quindi essenziale includere i prodotti analcolici in questo testo”.
Specifiche arrivano anche sul ruolo degli influencer e di una misura che, se diventasse realtà, toccherebbe marginalmente il vino: “questo testo non si riferisce agli influencer specializzati il cui compito è promuovere gli alcolici che beneficiano di una Denominazione di origine protetta (Aop) o di una Appellation d’origine contrôlée (Aoc) e non riguarda gli influencer che pubblicano informazioni sull’enoturismo. Va infatti notato che tra ottobre 2021 e febbraio 2023 dei 7.000 contenuti raccolti da Addictions France, Champagne e vino hanno rappresentato solo 1.053 contenuti. Il settore vitivinicolo sarà quindi poco toccato da questo divieto”. Ed ancora, “i contenuti oggetto della presente proposta di legge rappresentano tutti i tipi di pubblicazione (post, story, reel, live, snap, video), distribuiti su piattaforme identificate come social network, integrando, contrassegnando, taggando, mostrando, anche evocando attraverso una figura retorica una marca di alcol o un contenitore che ne porta l’immagine”. La proposta prevede, oltre a sanzioni più salate, il divieto di pubblicizzare bevande alcoliche e analcoliche, il cui nome si riferisca a una marca di alcol, nel raggio di 250 metri dagli istituti scolastici o dalle strutture che accolgono minori o persone a rischio.

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