Forse ci si attendeva una maggiore richiesta da parte dei viticoltori, considerati anche i vari appelli e le criticità che, a più riprese, sono stati evidenziati per cercare di riequilibrare una situazione, tra domanda ed offerta, alla ricerca di un punto di incontro, un “terremoto” che ha messo in difficoltà vari produttori enoici francesi, di Bordeaux, in primis, ma non solo. Ieri, alle ore 12, si è chiusa la teleprocedura FranceAgriMer per l’estirpazione definitiva dei vitigni francesi, misura di cui abbiamo parlato tante volte e che può rappresentare una “boccata di ossigeno” per il settore. Ammontano, riporta il sito “Vitisphere”, a 5.417 le domande arrivate e che vanno a coprire 27.451 ettari, e, di questi, 8.600 ettari, e quindi 1.311 pratiche, riferiti allo sradicamento totale delle aree operative per fermare l’attività vitivinicola. Provenienti principalmente dalla Linguadoca-Rossiglione e da Bordeaux, le richieste sfiorano il tetto dei 30.000 ettari e quindi possono beneficiare di un premio di estirpazione di 4.000 euro all’ettaro, grazie alla dotazione di 120 milioni di euro di fondi nazionali liberati dall’aiuto all’Ucraina. Con i 109,8 milioni di euro richiesti non ci sarà, pertanto, alcuna riduzione o priorità. Le superfici ammissibili allo sradicamento e l’importo dei bonus verranno comunicati ai candidati entro il 31 dicembre 2024 con le estirpazioni che dovranno poi essere dichiarate entro il 2 giugno 2025 per essere pagate.
Per Jérôme Despey, viticoltore e presidente del settore vitivinicolo di FranceAgriMer, “è un sollievo soddisfare la domanda”, considerato che il rischio di una selezione viene scacciato via “in un momento in cui è difficile scegliere le aziende”. Ma gli interrogativi, così come le le sollecitazioni verso i piani alti in difesa del settore restano: “chiedo al Ministro dell’Agricoltura, Annie Genevard, di preservare per il settore i fondi di 40 milioni di euro che non verranno utilizzati dei 150 milioni promessi dal precedente Ministro, Marc Fesneau. Questi fondi potrebbero aiutare chi è più in difficoltà e le cantine cooperative che hanno bisogno di essere ristrutturate e sostenute. L’impegno deve essere mantenuto”.
Le attenzioni, adesso, si spostano per l’ottenimento dell’estirpazione temporanea (rinviato ad una seconda fase in base all’esito dei negoziati europei) proprio per dare respiro al riassetto del vigneto. I rappresentanti dei viticoltori stimano che in Francia sono 100.000 gli ettari di viti da sradicare, in modo permanente e temporaneo. E l’impossibilità di attivare contemporaneamente le richieste di estirpazione definitiva e temporanea potrebbe spiegare la relativa debolezza della domanda di estirpazione definitiva, alla luce delle stime del settore che all’epoca parlavano di 50.000/60.000 ettari, circa il doppio. Ma i motivi di una richiesta così ridotta potrebbero essere causati anche dal premio di 4.000 euro ad ettaro, non da tutti considerato adeguato, e dalle pressioni delle cantine cooperative. Ed ancora, “fattori psicologici”, come il grande attaccamento per il vigneto e la paura per un futuro nuovo da costruire senza dimenticare i tempi brevi per l’invio delle domande (15 ottobre-13 novembre) che potrebbero aver ostacolato le decisioni nei casi di quei vigneti che sono in affitto. Ipotesi che si rincorrono tra gli addetti ai lavori, mentre intanto si chiude una fase importante con altre ancora tutte da scrivere.
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