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G8/AGRICOLTURA - PAOLO BRUNI (CONFCOOPERATIVE): “ALLARGARE IL DIALOGO AI PAESI IN VIA DI SVILUPPO. L’INSIEME DI QUESTI PAESI REALIZZA IL 62% DELLA PRODUZIONE AGRICOLA MONDIALE. È CRUCIALE IL LORO RUOLO NELLA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALIMENTARI”

“Il primo vertice dei Ministri dell’Agricoltura del G8 è una straordinaria occasione per riaffermare la centralità dell’agricoltura nell’economia mondiale così come il suo ruolo per garantire una più equa distribuzione delle risorse alimentari. Spero che il documento finale di domani contenga anche proposte concrete per affrontare il problema della sicurezza dell’approvvigionamento alimentare mondiale”. Così Paolo Bruni, presidente Fedagri-Confcooperative, sul G8 di scena a Cison di Valmarino (Treviso).

“Solo attraverso una cooperazione tra i Paesi del G8 e quelli in via di sviluppo - spiega Bruni - potranno nascere nuovi percorsi efficaci in grado di gestire correttamente eventuali nuove emergenze alimentari: vorrei solo ricordare che la speculazione dei prezzi delle materie prime agricole del 2007 ha generato un incremento di 75 milioni di persone sottonutrite, portando a 923 milioni le persone con gravi difficoltà di sopravvivenza”.

“Ora, la produzione agricola del mondo - prosegue Bruni - non è affatto in mano ai grandi della terra. Dei 1.666 miliardi di dollari di produzione agricola globale, i paesi del G8 rappresentano il 22% (con una posizione di leadership degli Stati Uniti, la cui produzione agricola rappresenta il 10,9% del valore mondiale). Nel panorama internazionale, tuttavia, sono i paesi del G5 (Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa) ad avere un ruolo dominante, detenendo una quota del 40%, che è quasi doppia rispetto a quella dei G8. Tra questi, la Cina ricopre un ruolo di primo piano, con una incidenza superiore al 23%. L’insieme di tutti i paesi in via di sviluppo (nei quali sono compresi quelli del G5, con l’eccezione del Sud Africa) realizza addirittura il 62% della produzione agricola mondiale. Essi rivestono quindi un ruolo cruciale all’interno del panorama agricolo mondiale”.

“Per questi motivi - ha concluso Paolo Bruni, a capo di Fedagri-Confcooperative - riteniamo sia indispensabile che la riflessione sui futuri scenari delle emergenze alimentari mondiali coinvolga sempre più anche i paesi in via di sviluppo, verso i quali si sposterà progressivamente il baricentro dell’agricoltura mondiale: secondo stime dell’Oecd (Organization for Economic Cooperation and Development) nel 2017 la produzione e il consumo delle principali commodity sarà dominato dai paesi emergenti”.

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