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Gambero Rosso

Lettere - Vitigni autoctoni: segue dibattito ...

Caro Cernilli, seguo con interesse l'evolusione e l'affermazione dei cru autoctoni che per altro un po' tutti decantano, ma l'ultima sfilata dei tre bicchieri mi sembra ancora troppo legata ai successi delle uve francofone rispetto e quelle "nostrane"(Di Costanzo)

Caro Di Costanzo, non mi sembra proprio. Nebbiolo, sangiovese, corvina, lagrein, gewrztraminer, garganega, verdicchio, aglianico, cannonau, montepulciano, barbera, sono rappresentati e molto. Ben 154 vini su 241 derivano da vitigni italiani al 100%. Oltre 30 sono relativi ad uvaggi e il rimanente, meno del 25% deriva da uve alloctone, comprendendo però tutti i Merlot e gli Chardonnay friulani e trentini, dove questi vitigni esistono da oltre un secolo. (Daniele Cernilli)

Caro Cernilli, ... mi risulta difficile però accettare anche quel 25% semplicemente perchè vorrei più uvaggi in purezza: negroamaro, aglianico, sangiovese, nero d'avola, gaglioppo per citarne solo alcuni a me più cari non sono poi così sconcertanti chiudendo un occhio al mercato e aprendone uno sul cuore. I meticci sono buoni, anzi eccezionali, e seppur trapiantati da secoli in Italia restano poco italiani, non v'è dubbio. Di Costanzo

Caro Di Costanzo, non ti sembra troppo ideologico e preconcetta la tua posizione? Lo sai che vitigni come il sangiovese o l'aglianico presentano gravi problemi colturali, che non sono mai state fatte selezioni anche solo massali in modo serio? Che ancora oggi in gran parte le tecniche viticole e i cloni utilizzati sono ancora quelli degli anni Sessanta? Noi rischiamo seriamente di andare a fare una gara di Formula 1 con una Cinquecento Abarth, teniamo botta per il primo giro, e poi tutto si sfascia. Questo perchè le nostre università, i centri di ricerca e i produttori più importanti non hanno mai avuto la lungimiranza dei francesi o dei californiani. Noi non abbiamo Davies, Montpellier o Bordeaux, come università, abbiamo solo Attilio Scienza che in perfetta solitudine e boicottaggio dai vertici accademici prova da trent'anni a farsi sentire. E' molto poco. Questo non vuol dire che dobbiamo alzare bandiera bianca, ma significa prendere atto di una situazione molto difficile e del fatto che, ad esempio, un vitigno come il sangiovese è ben lungi dal poter fornire risultati costantemente accettabili in un ambito di produzione di alto valore qualitativo. Una dura realtà, se vogliamo, ma che non concede spazi a fughe in avanti romantiche e un po' provinciali come quelle dei molti che non conoscono bene la situazione ... (Daniele Cernilli)

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