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Genagricola, la holding agricola del Gruppo Generali Assicurazioni, punta forte sul vino. L’ad Alessandro Marchionne a WineNews: “obiettivo 50% di export e crescita dei prezzi medi nell’arco di 3 anni, grazie alla crescita qualitativa dell’offerta”

Italia
Alessandro Marchionne, ad Genagricola

Genagricola, la holding agricola del Gruppo Generali Assicurazioni, conta su 13.000 ettari di terreni (760 vitati), di cui 8.200 in Italia e 4.800 in Romania, divisi tra 24 aziende che danno così vita alla più estesa realtà agricola italiana che, nel 2015, ha fatturato 48 milioni, di cui il 70% dall’agricoltura e il restante 30% dalla viticoltura, fiore all’occhiello del gruppo, con più di 4 milioni di bottiglie prodotte all’anno, ma dalle potenzialità decisamente superiori. Almeno nelle intenzioni e nei programmi del management delle Tenute di Genagricola, con Giancarlo Fancel alla presidenza e Alessandro Marchionne come amministratore delegato: una galassia produttiva di 8 aziende, tra Piemonte, Friuli, Emilia Romagna, Lazio e Veneto, dove l’ultimo investimento riguarda 35 ettari di terreni in Valpolicella, di cui 18 vitati, da dove, tra tre anni, arriveranno le prime bottiglie di Amarone, sul solco della qualità, perché è attraverso i grandi vini che si conquistano i mercati (www.letenutedigenagricola.it).

“Il nostro obiettivo - spiega a WineNews l’amministratore delegato Genagricola, Alessandro Marchionne - è quello di far crescere il fatturato del settore vinicolo attraverso l’esistente, non andando a comprare altre aziende. Già con quelle che abbiamo, attraverso una nuova politica di posizionamento di prezzo e di marketing dovremmo riuscirci. L’altro obiettivo importante è la crescita all’estero: la nostra strategia non deve essere tanto quella di aumentare il peso del vino all’interno di Genagricola, quanto quella di aumentare il peso dell’export nel settore vino, passando quindi dall’attuale quota del 30% al 50% nel giro di tre anni”.

Obiettivi che passano, come detto, per una crescita in termini qualitativi dell’offerta, ed in quest’ottica “anche la scelta della Valpolicella - continua Marchionne - nasce innanzitutto per aumentare la share di rosso all’interno della nostra produzione, per il 72% bianchista, e poi, appunto, per produrre vini che abbiano un certo appeal all’estero. Lo stesso tipo di lavoro, in termini di “premiumisation” dell’offerta, verrà fatto a Torre Rosazza per quanto riguarda i bianchi del Friuli, che sono già ben posizionati ma dovremo valorizzarli dal punto di vista dei prezzi, Bricco dei Guazzi nel Monferrato e poi S.Anna con i Prosecchi, dove è più difficile lavorare su un aumento dei prezzi, ma contiamo di riuscirci con due linee distinte, nella consapevolezza che, quando si punta sull’estero, il prezzo medio si alza rispetto al mercato italiano”.

Non ci sono, invece, nuove acquisizioni in vista, tantomeno al Sud Italia, “perché le nostre scelte - spiega l’ad Genagricola, Marchionne - devono essere anche coerenti con la nostra storia, legata indissolubilmente a Veneto e Friuli, è in questa direzione che va anche l’acquisto in Valpolicella. Senza dimenticare che le nuove acquisizioni vanno ammortizzate e gestite, e noi adesso abbiamo altre priorità, a partire proprio dalla Valpolicella, dove stiamo lavorando sui vigneti con Riccardo Cotarella, ma anche sulla cantina e sull’ospitalità. E poi - continua Marchionne - dobbiamo portare avanti la riorganizzazione dell’azienda, che passa soprattutto per un rafforzamento delle vendite e quindi sugli export manager, come dimostra l’arrivo di Anastasia Roncoletta. E poi c’è l’aspetto enologico: abbiamo appena assunto l’enologo della Valplicella e ci saranno altre assunzioni, puntando sui giovani, sempre sotto lo sguardo attento di Cotarella”.

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