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AMBIENTE E SELVICOLTURA

Giornata Nazionale degli Alberi: “grande risorsa, ma servono manutenzione e sostegno alle imprese”

Lo chiedono Coldiretti e Confagricoltura. Il 40% dell’Italia è occupato da boschi. Liguria la più ricca, seguita da Trentino Alto Adige e Sardegna
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Oggi è la Giornata Nazionale degli Alberi

Una risorsa è tale a patto che però venga valorizzata e tutelata. A ribadirlo in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi (che si celebra oggi, 21 novembre) sono Coldiretti e Confagricoltura che sottolineano come boschi e foreste siano fondamentali in Italia, sia per la tutela ambientale che come valore economico, ma che debbano essere maggiormente protetti e sostenuti al pari degli addetti ai lavori che lì vi operano. Nel Belpaese la superficie coperta da boschi è recentemente salita al valore record di 120.000 kmq, arrivando a occupare il 40% dell’intero Stivale. Ma serve manutenzione rispetto al rischio abbandono, agli effetti dei cambiamenti climatici e all’arrivo di insetti e parassiti alieni. Con l’81% del territorio occupato da foreste è la Liguria la Regione con la più alta percentuale di boschi rispetto alla superficie complessiva, seguita da Trentino Alto Adige (62%) e Sardegna (56%), la quale vanta però il più esteso patrimonio boschivo in termini assoluti con 1,3 milioni di ettari, davanti a Toscana (1,2 milioni di ettari) e Piemonte (1 milione). Secondo Federforeste, il 63% del Bosco Italia è di proprietà privata, mentre il restante 32% è in mano pubblica e un 5% non classificabile.
“Se guardiamo però alla gestione - spiega Coldiretti - solo due foreste su tre sono effettivamente “curate” con operazioni colturali, mentre il resto è abbandonato e dunque più esposto ai rischi, a partire da quello degli incendi che devastano ogni anno centinaia di ettari con danni incalcolabili dal punto di vista ambientale ed economico”. Il lavoro di cura e manutenzione viene svolto in prima battuta da agricoltori e proprietari forestali, ma secondo Confagricoltura “può essere sostenuto concretamente con l’attuazione della Strategia Forestale Nazionale per rendere le attività selvicolturali sostenibili anche dal punto di vista economico”.
Anche perché a minacciare i boschi italiani ci sono gli eventi estremi come siccità, alluvioni e uragani, come evidenziato dalla tempesta Vaia: “fenomeni - dice Coldiretti - che mettono a rischio un patrimonio dell’Italia con un ruolo fondamentale per la capacità di assorbire Co2, ma anche una risorsa economica, dalle attività tradizionali come la ricerca di funghi e tartufi all’ecoturismo, fino alla filiera del legno, dalle potenzialità peraltro non del tutto sfruttate”. Secondo un’analisi di Federforeste infatti, il tasso di prelievo forestale in Italia si aggira su una media stimata del 27% contro il 64% degli altri Paesi europei. L’attività di carbon farming è uno dei punti sollevati anche da Confagricoltura: “le aree boschive hanno una grande efficacia nel trattenere carbonio nel suolo e quindi sono decisive per il raggiungimento della neutralità climatica che l’Unione Europea vuole entro il 2050. Il settore agroforestale ha bisogno di piani di formazione mirati, per dare ai propri professionisti gli strumenti di conoscenza necessari alla pianificazione delle produzioni silvicole anche in base alla domanda di biomateriale che arriva da industrie come l’edilizia, il tessile e l’energetica”.
Per sostenere tali obiettivi è nata Oltrebosco, la società costituita da Consorzi Agrari d’Italia, B.F. S.p.A., Sorgenia Biomasse e Federforeste, che nasce dalla volontà di valorizzare il patrimonio forestale che, se gestito in modo sostenibile, può diventare un elemento di rilancio delle aree interne e delle economie dei territori anche dal punto di vista occupazionale: “ma i benefici per l’ambiente, la salute dei cittadini italiani e l’economia - aggiunge Coldiretti - possono arrivare anche rafforzando la presenza degli alberi nelle città, con un effetto importante per la riduzione dell’inquinamento e per l’abbassamento delle temperature”.
La strutturazione del settore agroforestale passa, però, anche dal Parlamento Europeo, che ha recentemente rinviato di un anno l’applicazione del regolamento sulla deforestazione prevista per fine 2024: “il rinvio va incontro alla richiesta da parte di aziende e governi per avere più tempo per prepararsi al nuovo obbligo di garantire che i prodotti legnosi sul mercato Ue o esportati non siano causa di deforestazione e che rispettino la legislazione del Paese di origine”, spiega Confagricoltura che auspica che questo anno di proroga “venga usato anche per definire un sistema di tracciabilità dei prodotti semplice, che non gravi sugli operatori con eccessiva burocrazia”.

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