Il mercato del vino non è florido, i consumi sono in calo, e per chi lavora su grandi numeri è una realtà lampante. Ma lavorando in maniera oculata e lungimirante, e diversificando il business, si può veder crescere la redditività anche con un fatturato in calo. Come ha fatto il Gruppo Caviro, una delle realtà cooperative più grandi dell’Italia del vino (11.000 viticoltori in 7 Regioni d’Italia, per 37.500 ettari di superficie vitata), con il cuore in Romagna, e firma di uno dei brand più celebri e diffusi come Tavernello, tra gli altri (che abbiamo raccontato in questo video), che a fronte in un fatturato consolidato 2023-2024 di 385 milioni di euro, in calo sul 2022-2023 (a 423 milioni di euro, ndr) ha visto una crescita del 3,4% dell’Ebitda, a 34,3 milioni di euro, e della posizione finanziaria netta, a 80,3 milioni di euro (sui 74,3 dello scorso anno). Così ha deliberato l’Assemblea dei soci, che, oggi a Faenza, ha approvato il bilancio d’esercizio chiuso al 31 agosto 2024, di quello che è il primo Gruppo in Italia per quota di mercato nel settore vino.
“Il Gruppo, nel confermare la propria capacità di produrre reddito, ha visto un riequilibrio gestionale tra il settore “Vino” e quello “Materia e Bioenergia”, che lo vede impegnato nella trasformazione degli scarti della filiera agro-alimentare italiana in nuove materie prime seconde e prodotti ad alto valore aggiunto che completano il modello di economia circolare Caviro”, spiega una nota.
“Quello appena concluso - commenta il presidente Caviro, Carlo Dalmonte - è stato un esercizio che ha visto Caviro impegnata a fronteggiare diverse sfide, con la principale, propria della missione cooperativa del consorzio, di mettere in condizione la base sociale di riconoscere un reddito adeguato ai viticoltori. In quest’ottica il Gruppo, grazie alla propria solidità patrimoniale e alle prudenti politiche adottate nel corso dei precedenti esercizi, ha approvato un bilancio che mira a tutelare Caviro e le proprie controllate dalle ricadute legate alla volatilità dei mercati del settore “Materia e Bioenergia” e alla copertura dei rischi verso la propria catena di fornitura al di fuori della base sociale”.
I risultati dell’anno fiscale 2023-2024, spiega ancora la nota, sono stati contraddistinti dal positivo andamento della Capogruppo, Caviro Sca, che attraverso iniziative di riposizionamento sul mercato e ad un’attenta politica di gestione dei costi ha incrementato la propria redditività, consentendo così il generale riequilibrio della capacità di produrre reddito da parte del Gruppo e di compensare i contingenti impatti negativi che hanno coinvolto il settore “Materia e Bioenergia”. Nell’Assemblea è stato comunicato il rinnovo del Consiglio di amministrazione della controllata Caviro Extra, con riconferma alla presidenza di Carlo Dalmonte e dell’ad Valentino Tonini, nominato in corso d’esercizio nel maggio scorso.
“Diversi sono gli interventi effettuati nel settore “Materia e Bioenergia” - ha commentato l’ad Valentino Tonini - con un particolare focus sulla controllata Caviro Extra, sia in termini di investimenti che nell’ambito organizzativo. Nel corso dell’esercizio abbiamo dato avvio al piano di investimenti pluriennale che ridefinirà il sito produttivo di Faenza, aumentandone le sinergie industriali nei sottoprodotti della filiera vitivinicola e potenziando ulteriormente il modello di economia circolare. Nell’ambito della struttura manageriale di tale settore, anche in attuazione del percorso di riorganizzazione avviato nel precedente esercizio, sono state inserite nuove figure apicali con l’obiettivo di incrementare l’efficacia e il presidio della gestione aziendale”. Incoraggianti i dati della gestione vitivinicola del Gruppo, frutto di iniziative di riposizionamento dei prodotti che hanno consentito di migliorare le marginalità pur a fronte di un calo dei volumi di vendita. Il Gruppo ha definito un piano strategico a 5 anni focalizzato sull’allargamento distributivo a livello mondiale e sulla creazione di valore. “Coerentemente con la strategia definita è stata riorganizzata la divisione vino che evolve in due asset - ha aggiunto Giampaolo Bassetti, dg Gruppo Caviro. Da una parte, Cantine Caviro, con tutti i marchi che sono la massima espressione dei soci viticoltori, da Nord a Sud. Dall’altra Tenute Caviro, nata con lo scopo di valorizzare le realtà radicate nelle aree più vocate d’Italia e sotto il cui cappello rientrano ad oggi i territori del Chianti e della Valpolicella dove il Gruppo vanta aziende di proprietà con le società controllate Leonardo Da Vinci Spa e Gerardo Cesari Spa”. L’anno che si sta concludendo è stato importante anche dal punto di vista degli investimenti tecnici finalizzati all’efficientamento dei processi produttivi, al risparmio energetico e alla transizione ecologica. “Nel 2024 Caviro Sca ha messo a terra alcuni progetti accomunati da un alto livello di innovazione e in linea con il nostro impegno in ottica Esg. Un ulteriore passo - conclude Bassetti - verso un modello produttivo sicuro, efficiente e sostenibile, in accordo con l’impegno storico del Gruppo Caviro nel settore dell’economia circolare”.
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