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Gli italiani sono disponibili a comprare più vino, ma a prezzi più contenuti
a cura di Gian Primo Quagliano, direttore dell’Osservatorio del Salone del Vino

Sei responsabili degli acquisti di catene della grande distribuzione su dieci ritengono che nel 2005 le vendite di vino aumenteranno. Quattro pensano che rimarranno stabili e nessuno dichiara di attendersi un calo: questi dati derivano da una rilevazione condotta dall’Osservatorio del Salone del Vino, presentata oggi a Torino.

La ricerca è stata condotta dall’Osservatorio del Salone del Vino insieme ad altre due rilevazioni pure presentate nella stesa occasione: la prima sui responsabili di enoteche e la seconda sui consumatori. Il messaggio di fiducia nelle prospettive del mercato del vino che viene dalla grande distribuzione trova conferma anche nella rilevazione sugli enotecari, anche se i giudizi sono meno favorevoli, ma comunque complessivamente positivi. Su dieci gestori di enoteche quelli che si attendono aumenti di vendita nel 2005 sono infatti cinque, mentre tre ipotizzano stabilità e due prevedono un calo.

Le differenze di valutazione tra grande distribuzione ed enoteche dipendono essenzialmente da due fattori che ha presentato le tre ricerche nel convegno. Innanzitutto sul maggior ottimismo della grande distribuzione influisce anche la tendenza di lungo periodo alla crescita delle vendite complessive di tutti i prodotti degli esercizi della Gdo a spese del commercio tradizionale. In secondo luogo dalle tre inchieste emerge uno spostamento della domanda verso i prodotti con prezzo più contenuto ed ovviamente questo andamento penalizza le enoteche che puntano soprattutto su prodotti di prezzo medio ed elevato.

L’attesa di una crescita in quantità del vino venduto emerge comunque con chiarezza ed è coerente anche con altri dati, come ad esempio quelli della rilevazione Ismea-Nielsen sugli acquisti domestici di vino. Secondo questa fonte dopo quattro anni di cali consistenti (-7,2% nel 2001; -4% nel 2002 e -1% nel 2003), nel primo semestre del 2004, si registra una sostanziale stazionarietà (-0,1%). Pare dunque che si stia esaurendo la tendenza al calo dei consumi in atto da tempo e legata anche a fattori strutturali comuni a tutti i paesi produttori storici di vino e cioè la progressiva perdita, da parte del vino, della caratteristica di componente essenziale dell’alimentazione quotidiana.

Secondo l’Osservatorio del Salone del Vino dalle rilevazioni effettuate emerge la possibilità di una moderata ripresa dei consumi. Questa prospettiva favorevole deve però fare i conti con la situazione generale dell’economia che è caratterizzata da una debolezza della spesa per i consumi in genere. Ne consegue che la stabilizzazione o la ripresa nelle vendite di vino sta avvenendo attraverso una modificazione del modello di consumo, che tende ora a privilegiare i vini con un buon rapporto prezzo qualità e comunque con prezzi più contenuti che in passato. I consumatori intervistati dall’Osservatorio del Salone del Vino dichiarano infatti di essere disponibili a spendere mediamente per una bottiglia da 750 cl 4,5 euro. Nell’analoga rilevazione del 2003 il valore corrispondente era di 4,8 euro. Vi è dunque un calo del 6% e il 98% dei consumatori dichiara anche che negli ultimi dodici mesi l’influenza del prezzo sulla propensione all’acquisto è aumentata. Anche il 78% delle enoteche e il 65% delle catene della grande distribuzione dichiara di aver percepito una maggior attenzione al prezzo.

Dalle tre ricerche emerge una messe di altri dati di particolare interesse per gli operatori, ma anche per i consumatori. I vini che hanno più sofferto negli ultimi dodici mesi sono gli spumanti, mentre continua ad aumentare il gradimento per i rossi. Con riferimento alla classificazione soffrono doc e docg, mentre guadagnano terreno i vini da tavola e gli igt.

Un’ultima indicazione di particolare interesse è che, nonostante sul mercato internazionale si cominci ad avvertire la concorrenza dei paesi nuovi produttori di vino ed in particolare di quelli dell’altro emisfero, gli italiani continuano a preferire i vini italiani. Lo dichiara la stragrande maggioranza dei consumatori.

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