Con lo status certificato di primo mercato di vino al mondo e partner commerciale n. 1 per l’Italia, “tastare il polso” delle esportazioni verso gli States significa, indirettamente, fare anche un’analisi a livello generale dello stato di salute del vino. Soprattutto in un anno, il 2024, che ha visto tante opinioni discordanti sull’andamento del comparto, che ha cavalcato, sicuramente, momenti difficili (che non sono ancora terminati) compresi quei nuovi trend - basti pensare alla “svolta salutistica” trainata dalle nuove generazioni - che fanno preoccupare il settore. Però, guardando ai dati, si nota anche una certa solidità del pianeta vino e un mercato che, tutto sommato, si evolve positivamente pur con le doverose distinzioni, da Paese a Paese. Lo abbiamo visto in Italia dove si va verso un nuovo record dell’export annuale, secondo i dati Istat analizzati da WineNews, ma il segno positivo emerge anche dagli Stati Uniti, un risultato che comunque risente “dall’anomalia” di dicembre con il timore dei dazi minacciati da Trump che ha portato alla corsa agli acquisti, protagonisti di un vero e proprio “boom”. Secondo quanto pubblicato dall’Oemv (Observatorio Español del Mercado del Vino), sui dati delle dogane statunitensi, nel 2024 gli Usa hanno aumentato le proprie importazioni di vino dello 0,1% in volume e dell’1,6% in valore, raggiungendo 1,2 miliardi di litri e 6,78 miliardi di dollari (quasi 6,5 miliardi di euro) per un prezzo medio di 5,54 dollari/litro (5,37 euro/litro). Colpisce, però, la crescita delle importazioni di vino nel mese di dicembre (+23% in valore e +29,5% in volume) che fa inevitabilmente pensare ad uno stock di acquisti anticipato da parte degli importatori americani, considerata l’ipotesi di adozione dei dazi da parte del Governo Trump.
Dunque, dopo il calo registrato nel 2023, gli acquisti si mantengono in volume e recuperano in valore negli Usa pur ancora lontani dai livelli del 2022, un anno record. Nel dettaglio, sono i vini imbottigliati e gli spumanti a crescere in valore e volume mentre gli sfusi sono in calo.
In termini di valore, le importazioni di vino degli Stati Uniti si sono concentrate fortemente in Francia (2,5 miliardi di dollari, +0,3%) e Italia (2,2 miliardi di dollari, +6,5%) con le due “super potenze” del vino che coprono il 70% delle importazioni made in Usa. Sul versante dei volumi, è l’Italia, invece, a guidare la classifica, con 353,9 milioni di litri, davanti a Canada (203,8 milioni) e Francia (177,9 milioni). La Spagna è il quarto fornitore in valore e il settimo in volume.
Oltre a Francia, Italia e Spagna, cresce in valore l’Argentina (+3%), mentre diminuiscono gli altri principali fornitori, tra questi anche la Nuova Zelanda, terzo Paese esportatore in Usa in valore (-13,3%). In termini di volume, insieme a Francia, Italia e Spagna, progrediscono anche Argentina (+3%), Cile (+11%) e Moldavia che passa dai 2,1 milioni di litri del 2023 ai 49,6 milioni del 2024 (+799,5%).
Per quanto riguarda gli spumanti, Italia, Francia e Spagna, messe insieme, superano il 98% delle importazioni da parte degli Usa. Tutti e tre i Paesi sono aumentati in volume e solo la Francia è scesa in valore (-6,6%). L’Italia si conferma leader nei volumi delle bollicine, con 122,6 milioni di litri (+13,7%), molti di più dei 38,1 milioni di litri della Francia (+4,4%) e dei 23,5 milioni di litri della Spagna (+12,1%). Ma la Francia è, comunque, ai vertici in valore (887,8 milioni di dollari). Qui è l’Italia ad inseguire a distanza con 683,6 milioni di dollari (ma in crescita dell’11%), davanti alla Spagna che si ferma a 116,6 milioni di dollari (+15,7%).
La Francia in valore e l’Italia in volume si consolidano, quindi, come i principali fornitori di vino per gli Stati Uniti nel 2024. E se la cifra spesa per l’imbottigliato è simile, 1,59 miliardi di dollari in direzione della Francia e 1,54 miliardi di dollari verso l’Italia, la distanza nei litri “smossi” è invece evidente. Gli Usa hanno importato dall’Italia 221 milioni di litri di vino imbottigliato (+3,5%) contro i 134 milioni dalla Francia (+7,6%). Ma il vino transalpino ha una quotazione maggiore di quello del Belpaese: 11,87 dollari al litro contro 7.
Come già accennato, gli Stati Uniti hanno aumentato le importazioni di vino imbottigliato (+2,6% in valore e +5,4% in volume) e di spumante (+1,3% in valore e +11% in volume), ma il vino sfuso frena (-12% in valore e -13% in volume), con il bag in box, il cui peso sulla bilancia dell’import è modesto, che diminuisce in valore (-6,7%) e aumenta in volume (+2%). Il vino imbottigliato, con 4,78 miliardi di dollari e 684,1 milioni di litri, rappresenta il 70,5% della spesa e il 56% del volume totale di vino importato dagli Stati Uniti nel 2024.
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