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“GRANO DIMEZZATO, MA LA PASTA SALE DELL’11%”: A DIRLO LA COLDIRETTI, A FRONTE DEL PEGGIOR CALO DEI PREZZI ALLA PRODUZIONE REGISTRATO IN AGRICOLTURA (-11,4%) NEL 2009. AL CONSUMO I COSTI CONTINUANO AD AUMENTARE A DISCAPITO DELLE TASCHE DEGLI ITALIANI

Con un crollo dell’11,4% sul 2008 è in agricoltura che si è verificata la maggiore riduzione dei prezzi alla produzione: è quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea a marzo 2009, per la divulgazione dei dati Istat sull’andamento dei prezzi alla produzione, che evidenzia peraltro gli “scandalosi andamenti al consumo della pasta che registra un aumento dell’11% nonostante si sia verificato un dimezzamento delle quotazioni del grano”, sul quale hanno indagato l’antitrust e Mister prezzi.

Le tendenze registrate in campagna non si sono trasferite al consumo dove, secondo quanto sottolinea la Coldiretti, i prezzi per l’alimentare, su dati Istat, continuano ad aumentare su base annua ad un tasso del 3%, quasi il triplo di quello dell’inflazione media dell’1,2%. Un differenziale che è costato agli italiani 300 milioni di euro in un solo mese che sono il risultato di inefficienze e speculazioni. Gli italiani spendono 205 miliardi all’anno in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19% della spesa familiare ed è quindi necessario, secondo la Coldiretti, interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica.

Il crollo delle quotazioni in campagna si registra sia per le produzioni vegetali (-15,8%) che per quelle derivate dall’allevamento (-5,2%), ma il record della riduzione si è verificato per i cereali, con un crollo dei prezzi alla produzione del 46,4% rispetto a marzo 2008. Un forte calo delle quotazioni alla produzione, precisa la Coldiretti, si è registrato anche per vini e oli di oliva che, su base annua, hanno fatto segnare in campagna drammatiche riduzioni, rispettivamente, del 26,2% e del 24,6%. Una flessione rilevante tra i prodotti di allevamento è accusata dal latte (-11,1%) e dai suini (-9,4%).

Per la Coldiretti l’aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, che danneggiano imprese agricole e consumatori. I prezzi aumentano quindi in media quasi 5 volte dal campo alla tavola e esistono dunque ampi margini da recuperare, con più efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica. E’ quindi necessario, conclude la Coldiretti, riorganizzare le filiere agroalimentari con un forte investimento su consorzi agrari e sulle cooperative, che sono il perno sul quale ruota il progetto della stessa associazione, per una filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori.

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