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Guida Del Cibo / La Repubblica

Duro e puro del Nord-Est ... Esistono in Italia vini più ricchi di storia del Tocai Friulano? Forse no attestazioni documentali risalenti al Seicento, forte radicamento territoriale, una notorietà che travalicai confini regionali. Bene, tutto questo non è bastato. Il glorioso nome del Tocai è stato brutalmente depennato cinque anni fa dai burocrati dell’Unione Europea, con il dubbio pretesto che generasse un’equivoca sovrapposizione con il Tokaji ungherese. Ma come - ci siamo difesi in tutti i gradi di giudizio, in una battaglia legale durata decenni che poteva probabilmente essere più incisiva - il nostro è un bianco secco, quello è un vino liquoroso dolce; il nostro è ottenuto da un’unica varietà, quello è un taglio di altre uve; tra le due aree di produzione corrono alcune migliaia di chilometri; come si può confonderli? Niente da fare. Oggi il Tocai Friulano giocoforza divenuto Friulano, e basta. Un nome che peraltro non sembra adattissimo a compensare almeno in parte la perdita della forza evocativa del “vecchio” Tocai.
Per fortuna le alterne vicende della denominazione di legge non toccano la qualità del vino in sé: che è uno dei bianchi più originali e caratterizzati dell’intero panorama italico. Nasce da un vitigno che diversi ampelografi identificano con il sauvignonasse francese, un’uva relativamente poco nota Oltralpe che nel territorio friulano sa invece esprimere una qualità davvero elevata. Le doti genetiche non paiono a prima vista notevoli: poca acidità di base, uno spettro di profumi un p0’ esitante, timido, soprattutto nei primi mesi di bottiglia, un sapore deciso, affilato, molto minerale e sapido. Ma le capacità metamorfiche del Friulano nello sviluppare un assetto aromatico e gustativo sempre più complesso con la maturazione in cantina lo rendono un prodotto unico e molto ricercato dai conoscitori. Non occorre però essere enosnob per apprezzarne il carattere. Anche nel pi1 semplice dei locali ordinare un tajut - cioè circa un decilitro divino - significa quasi sempre farsi servire un bicchiere di Friulano. Le due anime del vino non potrebbero integrarsi e completarsi meglio a vicenda: il Friulano può essere immediato, conviviale, semplice, e insieme intenso, ricco di sfaccettature, di tono “alto”. Senza nulla togliere alle altre aree produttive, la sua zona d’elezione è senz’altro il Collio, e in particolare il comprensorio di Cormons. Ancora più nel dettaglio, le contrade di Brazzano, Plessiva, Zegla e Novali hanno consolidato negli anni la vocazione di autentici cm. Qui nascono i vini più energici, definiti e profondi - in una parola più completi - della tipologia. Tipologia che nel corso degli ultimi tre o quattro decenni ha definito i propri tratti peculiari. “La memoria storica del Friulano è sicuramente rappresentata dalle bottiglie di Mario Schiopetto, da un lato, e da quelle di Nicola Manferrari dall’altro”, sottolinea Giampaolo Gravina, curatore della regione Friuli per la nostra guida I Vini d’Italia, edita dall’Espresso; “Ancora oggi alcune loro vendemmie degli anni 80 e 90 regalano emozioni intense. Il Friulano ha infatti insospettabili doti di longevità e con il tempo sa trovare struttura e sfumature. Negli ultimi tempi le aziende che si sono distinte per l’elaborazione di un Friulano di pregio sono molte: richiamandone solo alcune, farei senz’altro i nomi di Raccaro, I Clivi, Toros, Sturm, Keber, Colle Duga e Russiz Superiore. Senza dimenticare un produttore storico come Anzelin, che imbottiglia il suo Friulano solo da pochi anni”.


La storia ... Grande e antico ... Il Tocai è nominato nel patto dotale del 1632 tra la baronessa Formentini e il nobile ungherese Batthyany. Negli anni Trenta del Novecento si approfondisce la ricerca scientifica sulla varietà. L’ampelografo Dalmasso rintraccia il vitigno Tocai in un documento del 1771. Studi più recenti lo farebbero coincidere con l’uva sauvignonasse. Nel 1993 nasce il contenzioso legale in sede europea per l’attribuzione del nome Tocai: il bianco omonimo del nostro nord-est fronteggia il Tokaji ungherese. La decennale querelle termina nel 2008 a nostro sfavore


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