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CONSIGLI

I brindisi “italiani” delle feste per la critica internazionale, tra Londra e New York

I vini suggeriti e gli “assaggi memorabili” del 2024, secondo la critica britannica Jancis Robinson, ed il giornalista americano Eric Asimov
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I brindisi “italiani” delle feste per la critica internazionale, tra Londra e New York

Da un lato il “Big Ben”, Westminster e la Torre di Londra, a Londra, dall’altro la Statua della Libertà, Times Square e Central Park, a New York: due città-simbolo del mondo, divise da 5.570 chilometri di distanza, ma unite dalla passione per il vino italiano, che nei mercati di Uk ed Usa è leader nei calici dei consumatori. E non sorprende, quindi, che nei consigli per i vini di fine anno di due delle penne più importanti della critica mondiale, la “britannicissima” Jancis Robinson, al vertice della “The Best Wine Critics in the World”, e, tra le altre cose, firma per il “Financial Times”, il più autorevole quotidiano economico inglese, e l’americano Eric Asimov, firma enoica per il popolarissimo “The New York Times”, uno dei quotidiani più letti d’America, ci siano numerose etichette del Belpaese.
Guardando ai consigli di fine anno firmati da Jancis Robinson, tra i vini del mondo, l’Italia è protagonista in tutte le categorie. Per i bianchi, infatti, la Robinson (Master of Wine ed Obe - Order of the British Empire, una delle più alte onorificenze assegnate nel Regno Unito), ecco il Piccozza Pinot Bianco 2023 di Nals Margreid, dall’Alto Adige, ma anche il Greco di Tufo Vico Storto 2022 di Nativ, passando per l’Igt Veneto “Hey French Terza Edizione” di Pasqua Vigneti e Cantine, peculiare blend di vini di diverse annate, a base di Garganega, dai vigneti del versante veronese del Monte Calvarina, nella zona del Soave. Tra i rossi italiani, invece, la Robinson segnala il Montepulciano d’Abruzzo Abbondanza 2022 di Fasoli Gino, uno dei nomi più celebri d’Abruzzo, e poi la classicità delle Langhe e della Toscana, con il Nebbiolo Langhe 2021 di Paolo Scavino ed il Barolo Brunate 2018 di Marengo, nel primo caso, e ancora il Brunello di Montalcino 2018 di Poggio Landi, l’Igt Toscana Casamatta 2022 di Bibi Graetz e il Bolgheri Noi 4 2022 di Tenuta Sette Cieli. Il Belpaese non può mancare neanche tra le bollicine. E se da un lato la Robinson suggerisce uno dei simboli della spumantistica italiana, il Franciacorta Nv 61 Satèn Brut di Guido Berlucchi, spazia anche su una curiosità più insolita, come l’Igt Emilia San Vincent Rosato Frizzante di Terrevive Bergianti.
Ma l’Italia del vino è ben presente anche tra i “The Most Memorable Wines of 2024” selezionati da Eric Asimov. Come il Calabria Giramondo 2020 de L’Acino, vino che nasce dai vigneti nel Parco del Pollino, o come l’iconico Chianti Classico Riserva 2019 di Val delle Corti, una delle chicche del territorio del Gallo Nero e di Radda in Chianti. E sempre dallo stesso territorio arriva anche il Vin Santo del Chianti Classico 2015 di Fèlsina, la cantina della famiglia Poggiali, con il cuore a Castelnuovo Berardenga, e tra le più blasonate del territorio toscano.

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