La minaccia di Trump di introdurre nuovi dazi per le merci importante dall’Europa, vino incluso, per 11 miliardi di euro di merci (in risposta agli aiuti Ue ad Airbus, la rivale dell’americana Boeing), ha agitato non poco il sonno di organizzazioni di categorie e produttori, in pieno Vinitaly. Ma una delle ipotesi sul tavolo è che sia stato “tanto rumore per nulla”.
Perchè “i dazi Usa sono pressanti, ma io ho sempre detto che la politica dei dazi americana è sempre stata “tattica” - ha detto Michele Geraci, economista e sottosegretario allo Sviluppo economico nel Governo Conte - e non credo che gli Stati Uniti aumenteranno in maniera costante i dazi sulle merci che importano. Gli americani li usano come arma negoziale. Spesso sono sfide lanciate che poi non vengono portate a termine, sono positivo. Questa non è una guerra, è una schermaglia, anche con la Cina la tensione sta diminuendo, e anche con l’Europa ci sono minacce verbale, che credo e spero non si concretizzeranno”. Parole che fanno ben sperare.
Ma, intanto, ricorda la Coldiretti, nel mirino del presidente degli Stati Uniti Donald Trump è finita circa la metà (50%) degli alimentari e delle bevande made in Italy esportate in Usa dove nel 2018 si è registrato il record per un valore di 4,2 miliardi (+2%).
“Si tratta di una lista che comprende anche importanti prodotti agroalimentari di interesse nazionale come - sottolinea la Coldiretti - vini tra i quali il Prosecco ed il Marsala, formaggi come il pecorino, ma anche l’olio di oliva, gli agrumi, l’uva, le marmellate, i succhi di frutta, l’acqua e i superalcolici tra gli alimentari e le bevande colpite.
“Il prodotto nazionale più esportato in Usa è il vino con un valore di 1,5 miliardi, con un aumento record del 4% nel 2018. Da sottolineare - afferma la Coldiretti - il continuo incremento delle esportazioni di spumanti italiani che, trainate dal Prosecco, nel 2018 sono ammontate a un valore di 333 milioni con un balzo del 13%”.
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