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VINITALY

I giovani legano il vino alla socialità (67,7%), gli over 65 lo bevono ai pasti (79,1%)

Enpaia e Censis presentano l’Osservatorio del mondo agricolo sul rapporto tra consumi e generazioni diverse
CENSIS, CONSUMI, ENPAIA, generazioni, Italia
Qualità e identità italiana mettono d’accordo tutte le età di consumo

Il vino è per gli italiani identità e tradizione, ma anche convivialità e bellezza di stare insieme: insomma, nel Belpaese un bicchiere di vino mette tutti d’accordo. Tra le maggiori differenze generazionali troviamo le occasioni di consumo, che nei giovani tra i 18 ed i 34 anni sono solitamente legate alla socialità (67,7%), mentre negli anziani over 65 il vino è bevuto principalmente durante i pasti (79,1%), con gli adulti a bilanciare questa statistica (il 55% circa, in entrambi i casi). Per il 54,8% degli italiani, comunque, la scelta di un buon vino emoziona. A dirlo è l’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis nello studio “Il consumo di vino per generazioni. Analogie e differenze dei modelli di consumo per età”, che fotografa l’evoluzione nel tempo del rapporto degli italiani con il vino, un prodotto che li accompagna nel ciclo di vita come presenza permanente degli stili di consumo.
“Il consumo del vino ha carattere transgenerazionale proprio perché capace di seguire l’evoluzione delle abitudini delle persone nel ciclo di vita - commenta Sara Lena, ricercatrice del Censis - dall’Osservatorio emergono alcune analogie e diversità nel rapporto degli italiani con il vino rispetto alle diverse generazioni. La prima analogia è che vince il primato della qualità garantita dall’italianità, che resta anche al tempo dell’inflazione. Inoltre, è fondamentale l’aspetto culturale, perché i consumatori associano al vino valori materiali e immateriali, nel quale vince un modello di fruizione consapevole fatto di moderazione e responsabilità. Tra le diversità emergono, invece, delle specificità generazionali: i giovani prediligono i bianchi, gli adulti e gli anziani i rossi”.
Il 96,5% degli italiani preferisce il vino italiano, quota che resta alta trasversalmente alle generazioni, e l’83,1% dei consumatori predilige vini Dop e Igp. Per il 96,2% degli italiani il vino italiano rappresenta la qualità, per il 96,1% il gusto, per il 93,8% la tradizione, per il 92% l’identità e per l’84,4% la sostenibilità. L’87,9% degli italiani apprezza molto le variazioni territoriali dei vini italiani, in particolare l’80% dei giovani, l’89,9% degli adulti e l’89,5% degli anziani. L’82,6% degli italiani pensa che il cambiamento climatico modificherà anche i tipi di vino disponibili, ma è alta la fiducia degli italiani nella capacità delle imprese del settore di affrontare la sfida del cambiamento climatico e quella della sostenibilità, considerando che le aziende italiane incarnano proprio questo valore, per l’84% del campione.
Il consumo responsabile è una componente costitutiva del modello italiano di rapporto con il vino ed è, allo stesso tempo, un consumo transgenerazionale che coinvolge quote maggioritarie di persone di ogni classe di età. In venti anni si registra un aumento della quota di consumatori tra 18 e 34 anni e una riduzione di quelle tra 35-64 anni e oltre. Ben il 93,8% degli intervistati pensa che si possa educare a bere vino con moderazione e responsabilità: condivide tale convinzione l’88,4% dei giovani, il 94,3% degli adulti e il 96,9% degli anziani. Non sorprende quindi che il 75,3% degli italiani sia contrario alle iniziative che demonizzano il vino, addirittura nelle etichette. Condividono tale rigetto il 66,5% dei giovani, il 79,4% degli adulti e il 73,8%degli anziani.
“Ancora una volta i consumatori, anche i giovani - afferma Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato - scelgono il top dell’offerta: il prodotto italiano è di qualità, rappresenta i territori e l’artigianalità. L’enoturismo sta diventando sempre più un fenomeno molto diffuso nel nostro Paese, con conseguente rilancio positivo del territorio, del turismo anche straniero e dei nostri prodotti. In tal senso, la politica deve aiutare ad accompagnare questo sviluppo culturale senza demonizzare il prodotto. Il vino non è una bevanda, ma un alimento che deve essere considerato sano, in quanto non fa male alla salute, se consumato moderatamente”.
“L’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis ha elaborato una ricerca importante, interessante e utile, soprattutto in questo periodo di mercato difficile - fa sapere Federico Girotto, ad Masi Agricola - abbiamo peraltro trovato conferma della rilevanza dei fattori su cui Masi lavora da anni, tra cui l’ampliamento di gamma, l’imprescindibilità dell’ancoraggio al territorio, l’emozionalità, la qualità e la sostenibilità: elementi riscontrabili anche nelle tante novità che abbiamo presentato al Vinitaly.
Una nota sicuramente positiva ed uno sprono arrivano da Giorgio Piazza, presidente Fondazione Enpaia, che conclude dicendo: “dall’Osservatorio Enpaia-Censis sul consumo di vino per generazioni emerge un elemento positivo, che è quello di un aumento del 5% dei giovani che bevono in modo consapevole vino, collegandolo indissolubilmente alla relazionalità e alla convivialità, tenendo conto della qualità e dell’indicazione geografica di provenienza; si tratta cioè di un consumo consapevole, responsabile e informato. Gli adulti bevono vino in una modalità diversa, a pranzo e a cena, legandolo quindi a una convivialità più tradizionale. Si tratta comunque di un consumo transgenerazionale che mette in evidenza come il vino sia un prodotto che accompagna intimamente lo stile di vita degli italiani”.

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