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ATTUALITÀ

I marchi del distributore contribuiscono al 27,2% del fatturato delle produzioni tipiche italiane

La cifra, pari a 8,5 miliardi di euro, è emersa oggi dal convegno “Marca by BolognaFiere 2024”

Un “salvagente” a cui i consumatori si aggrappano in tempi di crisi ma anche un “volano” per sostenere quei prodotti strettamente legati ad uno specifico territorio. Se è vero, come riportato da WineNews nei giorni scorsi, che i prodotti venduti con il marchio dell’insegna distributiva, ormai in grado di coniugare molto bene qualità e prezzo, hanno generato un fatturato complessivo record di 25,4 miliardi di euro nel 2023, pari al 31,5% dell’intero giro d’affari del mercato della Distribuzione Moderna in Italia, compresi i discount (nel 2019 era al 28,3%), c’è un altro dato importante da tenere in considerazione ma che mira ad un target diverso.
Quasi il 30% (27,2%) del fatturato delle produzioni tipiche locali italiane, pari a 8,5 miliardi di euro, viene, infatti, generato direttamente dalla Distribuzione Moderna attraverso i marchi del distributore. Il rapporto “Marca del Distributore e Made in Italy: il ruolo della Distribuzione Moderna”, realizzato da The European House - Ambrosetti per Adm (Associazione Distribuzione Moderna), e presentato oggi al convegno “Marca by BolognaFiere 2024” evidenzia, inoltre, come per i prodotti italiani i marchi del distributore valgano all’estero 4 miliardi di euro, l’8% del totale delle esportazioni internazionali food & beverage di prodotti made In Italy.
Guardando alle singole regioni, spicca il dato dell’Abruzzo in cui oltre il 42% del fatturato complessivo delle imprese di produzione tipiche locali abruzzesi è stato generato dalla collaborazione con la Distribuzione Moderna attraverso i marchi del distributore. Si scende al 40% per i prodotti del Friuli-Venezia Giulia e al 36,9% per quelli campani. Secondo il report, realizzato da The European House-Ambrosetti per Adm, i produttori locali Piemontesi hanno realizzato (dati 2022) il 27,1% del fatturato complessivo grazie alla Mdd ma percentuali quasi analoghe si registrano in Umbria (26,8%) e nelle Marche (26,1%). Emilia-Romagna, Veneto e Lazio rientrano tra le prime 10 regioni a beneficiare della collaborazione con la Gdo rispettivamente con il 25%, il 24,5% e il 23,8% delle vendite di prodotti locali attraverso la Distribuzione Moderna
. Seguono la Toscana (alla n.11, 23,3% del fatturato), Liguria (n.12, 23,2%) e Sicilia (n.13, 22,7%). Al di sotto del 20% si collocano il Trentino Alto Adige (19,3%), la Lombardia (19%), la Basilicata (13,3%) e la Puglia (12,1%). Chiudono la classifica Molise (9,8%), Calabria e Sardegna (entrambe al 4,8%).
“La relazione tra i produttori locali di marchi del distributore e Distribuzione Moderna - ha commentato Mauro Lusetti, presidente Associazione Distribuzione Moderna - è fondamentale per lo sviluppo del made in Italy non solo nel mercato interno, ma anche oltre confine: la Distribuzione Moderna rappresenta un supporto concreto per il processo di internazionalizzazione delle aziende produttrici locali italiane che possono, attraverso i marchi del distributore, far conoscere anche all’estero prodotti e tipicità che rappresentano la cultura e la storia dei territori da cui provengono”. Per il viceministro delle Imprese e del made in Italy, Valentino Valentini, “in una congiuntura difficile i prodotti a marca del distributore hanno esercitato un importante ruolo sociale ed economico tutelando il potere di acquisto delle famiglie e sostenendo le filiere e la produzione del made in Italy. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è pronto a fare la propria parte per sostenere il ruolo della distribuzione moderna con un approccio pragmatico, improntato al dialogo con gli stakeholder privati e alla concertazione delle misure. Tra le misure già adottate per il comparto ci sono il trimestre antinflazione e i provvedimenti inseriti nella legge di Bilancio che mirano a contrastare l’inflazione, come il taglio del cuneo fiscale, il rifinanziamento per tutto il 2024 della carta “Dedicata a te” per l’acquisto di generi di prima necessità e carburanti, il rinvio delle Sugar e Plastic tax. In primavera presenteremo un documento organico di politica industriale frutto dei tavoli settoriali che stiamo portando avanti con l’intento di individuare chiare linee di azione per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale nazionale”.
“Per comprendere l’impatto fondamentale della Distribuzione Moderna e nello specifico della Marca del Distributore - ha spiegato Valerio De Molli, managing partner e Ceo, The European House-Ambrosetti - basti considerare che la Mdd coinvolge indirettamente 50 sotto-comparti economici e oltre 1.500 imprese del settore agricolo e food (il 92% italiane e il 78% piccole e medie) che producono alimenti commercializzati con la marca dell’insegna della distribuzione moderna. Gli effetti dell’inflazione e della riduzione dei volumi di vendita colpiscono perciò direttamente il patrimonio di imprese locali italiane che rappresentano la spina dorsale dell’economia del Paese”.

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