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LO STUDIO

In tempi di crisi gli italiani nel carrello della spesa scelgono i prodotti a Marca del Distributore

Analisi The European House - Ambrosetti per Adm: un fatturato complessivo record di 25,4 miliardi di euro nel 2023

C’è la convenienza ma anche una qualità in costante crescita. Sempre più spesso quando entriamo in un supermercato, il carrello si riempie di prodotti venduti con il marchio dell’insegna distributiva, dalla pasta ai latticini, dalle bevande ai salumi, sono davvero tante le proposte che è possibile trovare negli scaffali e che coincidono con il gradimento dei consumatori. Un’impressione che trova conferma nel dato del fatturato complessivo record di 25,4 miliardi di euro nel 2023, con i prodotti a Marca del distributore (Mdd) che rappresentano oggi il 31,5% dell’intero giro d’affari del mercato della Distribuzione Moderna in Italia, compresi i discount (nel 2019 era al 28,3%). I dati sono pubblicati nell’analisi “Marca del Distributore e made in Italy: il ruolo della Distribuzione Moderna”, realizzata da The European House - Ambrosetti per l’Associazione Distribuzione Moderna (Adm), che sarà presentata nel convegno che apre Marca by BolognaFiere 2024 (16/17 gennaio), e che, per la prima volta, prende in considerazione anche il segmento discount.
A fronte di una flessione dei volumi superiore a 1 miliardo di euro (a valori costanti) nei canali della Distribuzione Moderna e del Discount nel 2023, la Marca del Distributore si afferma come unico canale in crescita sostenendo l’intero settore del retail alimentare: +332 milioni di euro anche nell’ultimo anno. Secondo i calcoli realizzati da The European House - Ambrosetti per Adm, la Distribuzione Moderna è l’attivatore di una filiera lunga e articolata e, con 15 settori e 37 sotto-settori coinvolti, abilita la creazione di circa il 12% dell’intero Pil italiano, oltre 200 miliardi di euro: dai 30 miliardi generati direttamente dalla Distribuzione Moderna, se ne sviluppano ulteriori 178 dalle filiere attivate a monte tra componenti industriali attive, settore agroalimentare e intermediazione
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Una crescita, quella dei prodotti Mdd, maturata in un contesto particolare con un’economia e una società reduce dagli anni della pandemia ma anche di avvenimenti come il cambiamento climatico (e quindi di danni all’agricoltura) e fattori geopolitici internazionali che hanno inevitabilmente pesato sui consumi e le scelte dei cittadini così come la crisi energetica e l’inflazione. Oggi l’80,9% dei cittadini si servono abitualmente tramite i canali della Distribuzione Moderna, mentre per quanto riguarda la variazione annuale delle vendite in valore e in volume, la crescita è in valore (6,21 milioni contro i 6,02 del 2022) ma in volume continua il calo (-1,13 milioni) per effetto della pressione inflattiva. Una riduzione, in volume, che per il 2023 è stata annunciata come attesa per tutti i canali, compreso, per la prima volta il discount. Sempre per quanto riguarda gli impatti sul consumatore, cresce la quota di mercato dei prodotti Mdd nel Primo Prezzo nel confronto tra il 2023 e il 2022 (+0,6%) con un lieve ribasso nel Premium (-0,1%).
Ma i numeri della Distribuzione Moderna sprigionano vitalità: 168 miliardi di euro di fatturato nel 2022 (+14,1% sul 2019); 25,9 miliardi di euro di valore aggiunto sempre nel 2022 (+3,6% sul 2019); 172.000 imprese attive nel 2021 (-2,4% sul 2019); 438.000 occupati nel 2021 (+3,1% sul 2019); 3,6 miliardi di investimenti nel 2022 (+12% sul 2019). E anche i consumi sono assorbiti sempre di più dalla Distribuzione Moderna: alla domanda “quale canale di acquisto preferisci abitualmente?” (nel 2023) l’80,9% dei cittadini ha risposto proprio tramite i canali della Distribuzione Moderna (64,7% in supermercati ed ipermercati, 16,2% nei discount).
“La Distribuzione Moderna ha contribuito anche quest’anno in maniera significativa e con grande senso di responsabilità a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, contenendo la spinta inflattiva e sostenendo soprattutto le fasce di reddito più basse, che soffrono in maniera particolare l’aumento dei prezzi al consumo”, ha commentato Mauro Lusetti, presidente Adm - Associazione Distribuzione Moderna che ha aggiunto: “L’impegno delle nostre aziende ha limitato l’aumento del prezzo medio di vendita, assorbendo parte dei rincari ricevuti sui prodotti del largo consumo dell’industria di marca. Da gennaio 2019 la Distribuzione Moderna ha registrato aumenti inferiori dei prezzi di vendita di 6 punti percentuali rispetto all’industria di marca. I prodotti a Marca del Distributore, garantendo un’offerta che coniuga qualità e convenienza, si sono dimostrati uno strumento efficace e molto apprezzato dagli italiani nel contrastare l’aumento dei prezzi. Il settore distributivo si conferma come un asset strategico dell’economia del Paese, sia per il valore aggiunto che riesce a generare sia per il contributo all’occupazione e il sostegno alle filiere del made in Italy”.
“Oltre l’80% dei consumi alimentari degli italiani passa dalla Distribuzione Moderna - sottolinea Valerio De Molli, managing partner e ceo, The European House - Ambrosetti - che genera occupazione per oltre 438.000 persone. Si è appena chiuso un 2023 complesso, che ha visto una riduzione dei volumi di vendita in tutti i canali distributivi, dal discount ai supermercati fino al piccolo servizio, dovuta alla pressione dell’inflazione sulle famiglie con effetti asimmetrici: la spesa incomprimibile pesa 21 punti percentuale in più sul bilancio familiare del quintile più povero. In un contesto in cui i consumi alimentari sono già immobili da oltre un decennio, è necessario un cambio di rotta per salvaguardare i consumi, alimentari e non, che generano il 60% del Pil italiano”.

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