<b>La visita di un mercato con prodotti del territorio è al vertice delle esperienze food preferite dai turisti italiani, seconda solo al gustare piatti tipici in un ristorante locale. L’82% c’è andato nel corso dei suoi più recenti viaggi, valore in crescita del 13% sull’anno precedente. Il “Food Tourism Day”, ciclo di convegni organizzato da Roberta Garibaldi nell’edizione 2020 della Borsa Internazionale del Turismo (Bit), è stata l’occasione per discutere, con il contributo delle più importanti realtà italiane, di come si stia evolvendo questa offerta per meglio soddisfare le esigenze dei turisti.</b> “I mercati sono un modo eccezionale per conoscere una città e un territorio: ne raccontano l’anima più autentica attraverso i colori, i profumi, la folla e, naturalmente, i prodotti. L’offerta dei mercati si sta trasformando grazie all’emergere di luoghi sempre più esperienziali e diversificati, dove si acquista e si degusta e dove si incontrano diverse arti: la musica, le arti visive e l’architettura formano un tutt’uno con la cultura gastronomica. Lo scopo è quello di offrire un piccolo mondo enogastronomico in cui si intrecciano cibo, tradizioni, saperi ed esperienze”, <b>spiega Roberta Garibaldi, esperta di turismo enogastronomico e autore del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico italiano”.</b><br>
“In Italia abbiamo visto un dinamismo nell’ultimo periodo e abbiamo tante ottime realtà che possono essere ancora potenziate con formule più attrattive. Valorizzare quindi l’esistente e sviluppare nuovi format può essere la duplice strategia per le destinazioni. Per esempio, attraverso la creazione di mercati permanenti molto curati nell’organizzazione e negli allestimenti, in cui le esperienze vengano maggiormente strutturate e targettizzate e dove il fattore umano acquisti un ruolo decisivo nel racconto e nella caratterizzazione del servizio e del prodotto”, <b>aggiunge Roberta Garibaldi.</b><br><br>
<b>Focus - Non solo acquisti, ma un luogo polifunzionale in grado di raccontare il territorio</b><br>
Il 76% degli italiani vorrebbe poter mangiare i prodotti locali direttamente al mercato, a conferma dell’amore per la formula mista di acquisto e degustazione diffusa nei mercati gourmet presenti in molte città straniere. Di pari passo crescono anche i desideri dei turisti, per i quali un’evoluzione dell’offerta dovrebbe considerare anche un allestimento più curato sia a livello estetico, sia per ciò che concerne l’organizzazione in aree e la comunicazione: il 59% degli italiani si ritrova in accordo su questo punto. Il mercato è un luogo amato dai turisti in quanto opportunità di incontro con i produttori: il 60% vorrebbe infatti farsi raccontare la storia del prodotto direttamente da loro durante la visita, il 48% vorrebbe poter effettuare un vero e proprio food tour guidato, accompagnato da un esperto locale alla scoperta dei prodotti presenti. Cultura e territorio: questo il binomio su cui impostare un format più ricco, in cui il turista e il cittadino possano vivere un’esperienza che va al di là del semplice acquisto. Il Mercato diviene così strumento di racconto del territorio, delle sue eccellenze e della sua comunità: lo spazio del mercato viene pensato come luogo di aggregazione in cui diversi elementi si intrecciano al fine di costituire un’offerta attrattiva. Agli italiani non basta più solamente degustare il cibo, vogliono scoprirne il processo produttivo, gli usi e le tradizioni. Il mercato è un luogo amato dai turisti per l’acquisto di prodotti tipici: il 58% dei turisti italiani lo fa spesso o sempre recandosi in un mercato, e il 29% vorrebbe avere la possibilità di farsi spedire direttamente a casa quanto acquistato.<br><br>
<b>Focus- I mercati in Italia, tra storia e innovazione</b><br>
Durante l’incontro in Bit sono state presentate alcune delle migliori esperienze nazionali. Umberto Montano ha illustrato la formula di successo del Mercato Centrale di Firenze, in apertura a Milano. Il nostro Paese può vantare un mix di assoluto pregio, tra storia, qualità delle produzioni e innovazione. Il Mercato delle Erbe di Bologna, importante realtà del capoluogo emiliano inaugurata a fine Ottocento, è oggi punto di riferimento per residenti, studenti e turisti grazie alla sua posizione strategica in pieno centro storico, alla varietà e convenienza dell’offerta e al giusto mix tra vocazione commerciale e ristorazione. La sua attrattività è confermata dall’elevato numero di visitatori, stimati in 70 mila per l’anno 2019. “I mercati coperti come quello di Bologna, grazie al loro posizionamento all’interno dei centri storici riescono a soddisfare le esigenze di acquisto dei residenti e al tempo stesso attrattori di flussi turistici incrementando la competitività dei luoghi e la catena del valore nel turismo”, ha spiegato Marco Pasi, Direttore Confersercenti Emilia-Romagna. Restando in Emilia-Romagna, fra i mercati storici di successo figura il Mercato Albinelli di Modena. “Al centro della città, dal 1931, offre un ricco calendario di eventi, spettacoli, iniziative culturali, cooking show. Non è solo un luogo in cui quotidianamente fare la spesa, ma uno spazio in cui si vive e si respira la “modenesità”. Dopo la trasformazione iniziata nel 2015 che ha ampliato l’offerta sino a includere sei ristoranti, anche gli orari sono stati modificati così da accogliere cittadini e turisti anche alla sera. “Dopo alcuni problemi insorti alla fine degli anni Ottanta, il pubblico di cittadini e turisti è aumentato decisamente. La sfida ora è mantenere attivo il processo innovativo e apportare miglioramenti sia nel modo di proporre i prodotti sia alla struttura stessa, senza tradire la natura di mercato. Il numero dei ristoranti è stato infatti limitato per evitare il rischio di trasformare il luogo in una food court” - spiega Paola Ferrari, responsabile comunicazione e marketing. Il Mercato Orientale di Genova si contraddistingue per l’offerta di venti esperienze food in italiano ed inglese. Degustazioni guidate, cooking class, cene narrate, per “coprire” con un approccio etno-gastronomico l’intero food & wine regionale. Queste si rivolgono ad un target di pubbllico ampio, dai Tour Opeartor alle aziende, passando dal visitatore occasionale. “Questo approccio innovativo - spiega Luisa Puppo di Ligucibario - è il risultato di una importante operazione di rigenerazione urbana che ha portato il Mercato ad avere oggi una food court con undici food corner, un ristorante, una scuola di cucina, una scuola di panificazione e uno spazio polifunzionale”.<br><br>
<b>I mercati nel mondo: casi di successo</b><br>
In Europa diversi gli esempi virtuosi che si distinguono: a Rotterdam l’architettura moderna caratterizza il Markthal, il più grande mercato coperto dei Paesi Bassi, progettato dallo studio Mrdv Architects. Una spettacolare forma a ferro di cavallo, alta 40 metri e decorata all’interno dal colorato murales di Arno Conen e Iris Roskam, sovrasta bancarelle alimentari, negozi e ristoranti. Con tanto di appartamenti ricavati nelle enormi arcate. Anche in Spagna esempi di prestigio, come il Mercado de San Miguel a Madrid. A pochi metri dalla Plaza Major è diventato negli anni un vero e proprio centro culturale. Non solo degustazioni e attività legate all’enogastronomia, ma anche attività di intrattenimento, spettacoli teatrali, conferenze e concerti con l’obiettivo di renderlo un luogo di aggregazione tra i più “in” della città. Meritano una citazione il famosissimo ed internazionale Borought Market di Londra dove assaggiare piatti da tutto il mondo, il Mercato di Santa Caterina a Barcellona con le 325.000 piastrelle in ceramica del coloratissimo tetto, l’atmosfera accogliente e famigliare dell’Östermalmshallen nel quartiere più alla moda di Stoccolma e per concludere l’Arminiusmarkthalle di Berlino nella zona di Moabit.
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