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ECONOMIA ENOICA

I numeri dei bottai francesi, termometro dello stato di salute del vino di qualità nel mondo

La Fédération des Tonneliers de France chiude il 2019 con un fatturato che sfiora il mezzo miliardo di euro. Bene i mercati europei, male la Cina
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La tostatura delle botti

Per capire come va il mondo del vino, è interessante analizzare i risultati economici dei diversi comparti dell’indotto. Vero che il vino si fa in vigna, ma è soprattutto in cantina che c’è bisogno di investire: tappatrici, bottiglie, tappi, vasche d’acciaio, macchinari e, ovviamente, le botti in legno. Capaci di rivelarsi un vero e proprio termometro della salute della viticoltura di qualità in giro per il mondo. Si riparte, almeno sul fronte dei bottai francesi, riuniti nella Fédération des Tonneliers de France, da un 2019 stabile, malgrado una difficile congiuntura mondiale: 658.000 botti vendute e un fatturato complessivo di 494,4 milioni di euro. Spinte da un trend positivo sul mercato del Cognac, le vendite di botti nuove in Francia aumentano del 4,9%, mentre sui mercati export, che rappresentano il 65% dei volumi prodotti, si registra un lieve calo del 2,2%. Il successo delle barrique di grandi dimensioni spiega la crescita del 4,5% del valore. Il mercato domestico francese aumenta dell’8,6% e le esportazioni del 2,7%.
La Francia continua ad essere in vetta alla Top 5 dei maggiori mercati (35% in volume, 32% in valore), incalzata da Stati Uniti (28% in volume, 30% in valore), e seguita a grande distanza da Spagna (8% in volume, 7% in valore), Australia e Italia (6% in volume, 6% in valore, in entrambi i paesi). I mercati europei registrano complessivamente un incremento dei volumi del 3% e del valore dell’8%, mentre i Paesi dell’Emisfero Sud, ad eccezione della Nuova Zelanda, hanno tutti subito una contrazione nel corso dell’esercizio. Riguardo al mercato cinese, si osserva un netto calo (-27% in volume). Con 1.810 unità vendute (-3%), l’evoluzione del mercato delle grandi capienze (cisterne e botti di oltre 700 litri), va considerata con prudenza, essendo di natura irregolare: nel 2018, infatti, si era difatti registrato un incremento significativo del +21%.
“Temevamo - commenta Jean-Luc Sylvain, presidente della Fédération des Tonneliers de France - che il 2019 fosse un anno difficile  in particolare per via degli incendi divampati prima in California poi in Australia, ma i risultati europei hanno controbilanciato le perdite in questi mercati. Nonostante la crisi sanitaria, ci aspettiamo un andamento simile per il 2020, perché ai nostri clienti sta sempre a cuore offrire ai loro vini le migliori condizioni di maturazione. Siamo invece molto più preoccupati per il 2021. Molti di loro saranno confrontati a difficoltà di tesoreria dovute al crollo delle loro vendite. È poco probabile che siano in grado di ordinare gli stessi quantitativi”.

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