I Pinot neri sono cervellotici, il Brunello di Montalcino è rassicurante, i Supertuscan sono bipartisan: queste le risposte degli enonauti al sondaggio che www.winenews.it, uno dei siti d’informazione sul vino più consultati del web, in collaborazione con Vinitaly, www.vinitaly.com, ha sottoposto ai suoi lettori. Il tema del sondaggio era “La personalità del vino”: per chi lo conosce e lo ama, il vino ha infatti un suo carattere specifico, diverso per ogni etichetta.
Questa nostra “proiezione” umana su un determinato vino è del resto una delle ragioni che ci spingono a berlo: la scelta di una bottiglia rispecchia la personalità di chi la predilige.
Alla domanda su quale sia il vino più estremo, gli enonauti hanno risposto in maggioranza (29%) i “vin du glace” della Val d’Aosta, prodotti in condizioni proibitive grazie alla perseveranza e alla bravura di pochi appassionati vignaioli. Seguono gli ice-wine, i Sauternes e le vendemmie tardive, tutti vini che si contraddistinguono per la particolarità e l’unicità della vendemmia e del processo di vinificazione.
Come singola etichetta, la maggior parte degli enonauti (52%) hanno indicato il Breg di Josko Gravner: un uvaggio da agricoltura biodinamica affinato in anfore scolme poste sotto terra. Un metodo “riesumato” dal passato per avvicinarsi quanto più possibile all’estremo di partenza della storia della vinificazione. Per quanto riguarda invece il vino considerato più bipartisan, intendendo con questo aggettivo - molto usato negli ultimi tempi - un prodotto trasversale, che metta tutti d’accordo, gli enonauti hanno indicato in primis i Supertuscan (29%). Ovvero vini che generalmente sono apprezzati a destra e a sinistra, da uomini e donne, intenditori o meno. I Supertuscan sono seguiti dai vini di tutte le latitudini prodotti con vitigni internazionali - Cabernet Sauvignon tra i rossi e Chardonnay tra i bianchi - gusti ormai conosciuti e diffusi a livello planetario. Bipartisan anche i rosati, che secondo gli enonauti con il loro colore mettono d’accordo bianchi e rossi. Come singolo vino, il più votato è stato il Sassicaia (23%), vera pietra miliare dell’enologia italiana prodotta a Bolgheri, una bottiglia che difficilmente trova detrattori.
Al quesito su quale sia il vino più rassicurante, gli enonauti rispondono in maggioranza il Brunello di Montalcino (14%), considerato ormai un marchio di garanzia per chi lo acquista e lo beve, anche a scatola chiusa, il Barolo (12%) ed il Barbaresco (8%). Ma c’è anche chi per rassicurante intende il cosiddetto “vino quotidiano”, come il Dolcetto o la Barbera. Anche il Prosecco è ritenuto rassicurante, perché si adatta a tutte le occasioni e accompagna qualunque cibo.
Ma nel suo sondaggio Winenews ha anche chiesto quale sia il vino più cervellotico: in molti hanno risposto il Pinot nero (26%), un vino difficile da fare bene, molto diverso da zona a zona, con un gusto che non tutti comprendono. Ma esistono anche vini spontanei: secondo gli enonauti a fregiarsi di questo aggettivo sono sicuramente quelli prodotti con vitigni autoctoni, che esprimono tutta la verità del proprio territorio: al primo posto c’è il Lambrusco (32%), immediato e sincero, e in genere i vini di pronta beva, che danno tutto subito, non nascondono niente e non si danno arie da grandi. Come il Novello, la Bonarda, i vini dei Castelli Romani, e a sorpresa, il “vino del contadino”, al quale gli enonauti riconoscono tanta passione e cultura della terra, ma anche tanti errori …
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