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I Viaggi Di Repubblica

Al Salone del Vino: la nazionale del Barolo in campo al Lingotto ... La fascia di capitano spetta a Bartolo Mascarello, per il carisma suo e delle bottiglie. Ma poi ecco in campo Giuseppe Rinaldi, in mezzo all’area avversaria Marchesi di Barolo, in difesa (della qualità) Fontanafredda e Ratti. E poi di punta Prunotto, chè la giovanissima Albiera Antinori guida l’azienda con dinamismo, Cordero di Montezemolo e Pio Cesare. No, non vi stiamo raccontando una favola: è la nazionale del Barolo che, oltre a queste etichette, ne conta tante altre di pari lignaggio. Sarà schierata dal 15 al 18 novembre al Lingotto per la prima edizione del Salone del Vino. Alfredo Cazzola, patron della Promotor International e proprietario del quartiere fieristico torinese, ha deciso di dedicare al vino una rassegna nuova, diversa dove al centro dell’esposizione ci sia la cantina e i problemi che oggi una moderna impresa vitivinicola deve affrontare. Molti si aspettavano un salone tutto piemontese e invece la rassegna che va, dal 15 al 18 novembre, allinea già oltre 500 cantine che arrivano da tutti i terroir d’Italia. Sarà soprattutto il salone delle etichette emergenti dove i talent scout del vino e buyers di tutto il mondo (è partito in questi giorni un road show in collaborazione con l’Ice per promuovere sui mercati europei il vino made in Italy) andranno a cercare le bottiglie must per gli anni a venire. Così ecco Rocca delle Macie, ecco Villa Fratina, il gioiello degli Averna, ecco i siciliani in gran numero (dalla Corvo a Donnafugata passando per Benanti e Settesoli) ecco i colossi cooperativi trentini (Cavit e La Vis), ecco produttori eccelsi come Castello d’Ama che mai ha esposto le sue bottiglie ad una mostra, o Poggio Salvi, o Castello del Terriccio che si porta dietro anche un emergente come Poggio Gagliardo. Ecco infine piccoli gioielli come San Fereolo, l’azienda di Nicoletta Bocca, i Cima alfieri del Vermentino delle Apuane, la Caudina, Bellenda che firma un Prosecco raro. Insomma, dal 15 al 18 novembre, al Lingotto il vino fa sul serio.

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