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Calici in alto - Sicilia: Pantelleria, il sole nelle bottiglie ... Questo troverete affrontando la degustazione, meglio sarebbe dire l’incontro, con un Moscato passito di Pantelleria. Per Gino Veronelli questo è uno dei grandi vini da meditazione (anche se le cronache narrano che questo termine lo coniò davanti ad un bicchiere di Porto) e lo Zibibbo è per noi una sorta di testimonianza di quella che doveva essere l’Ambrosia, la bevanda dell’Olimpo. Il riferimento alla mitologia non è casuale perché il vigneto di Pantelleria (a proposito, a quando una maggiore attenzione alla viticultura minore e alla troppo frammentata dimensione dei vigneti?) nacque proprio dalle migrazioni greco-fenice. Ed è carico di leggenda. E se fno ad oggi è stato il Passito l’unico grande vino dell’isola, si comincia a pensare di impiantare anche bacca rossa (esperimenti si fanno con uva Carignano) e di utilissare il Moscato di Alessandria (lo Zibibbo, insomma) per produrre non solo vini passiti, ma anche bianchi di quasi immediata beva. E tanta è la passionalità che si trova in queste bottiglie che varrebbe la pena ascoltare il sogno di Misette Cassano (ottimo il suo Passito Kossyra) che proprio alla coltivazione della vigna ha oggi consacrato tutte le sue pulsioni. Ma adesso incontriamolo con i sensi questo Passito. E’ intenso, caldo, grasso, ricco di zucchero ma non denso, mielato con ricordo di frutta secca e di fico d’India. E’ grande con i dolci di mandorla, ottimo con i formaggi, è un viatico per i pensieri più profondi e lieti.

Le aziende

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