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Calici in alto - Rosso Conero, concreta eleganza ... Stocco delle mie brame, qual è il miglior vino del reame? Potrebbe cominciare così la favola di una Cenerentola in cantina che s’è fatta regina dell’enologia nazionale. Parliamo ancora delle Marche e se abbiamo principiato con lo stocco (celeberrimo piatto anconetano cui sovrintende una rigidissima Confraternita che vigila sulla migliore preparazione del pesce delle Lofoten, detto anche baccalà se salato, stoccafisso se seccato) è perché il “pesce bastone” alla moda adriatica abbisogna dell’accompagnamento del vino rosso. E perché le Marche eran Cinderella e si son fatte sovrana? Perché fino a qualche anno fa di questa regione si conosceva il Verdicchio e poco d’altro. E invece oggi, nel volger d’un ventennio, siamo al cospetto di un rosso intenso, mutevole, di sostanza e di profumo gagliardi che si chiama Rosso Conero. Il nome gli viene dalla coltivazione sulle colline che inglobano quel miracolo di natura che è il Monte dei Corbezzoli, il Conero uno scoglio improvviso rispetto alla linearità adriatica, incastonato nella straniante bellezza del golfo delle due Sorelle. Nasce in prevalenza da uva Montepulciano e l’affinamento in barrique – considerata non additivo ma completamento – gli conferisce speziatura e rotondità. Soprattutto nelle riserve. Qualcuno aggiunge sangiovese cosicchè è difficile trovarne di uguali. Ma tutti ora puntano alla qualità e hanno drasticamente ridotto le rese. Tutti sono di stoffa vellutata e preziosa. Compagni ideali di cucina elegante e spessa.

Le aziende - Umani Ronchi (Osimo): i Bernetti con qualche consiglio di Giacomo Tachis hanno ormai dato alla loro produzione un impronta di classe internazionale. Se il Pelago è grande, il Cumaro è il Rosso Conero ...; Moroder (Montacuto): rotondo vigore; Marchetti (Ancona): avvolgente freschezza; Fattora Le Terrazze (Numana): immediata eleganza ...