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Calici in alto - Lazio: Frascati, rinascimento in bianco ... Saggio è colui che sa mutare opinione. Saggi saremo se accostandoci al nuovo Frascati oblieremo la storia recente di questo bianco per accostarci alle nuove bottiglie scevri da pregiudizi. E se vi capiterà di degustarne qualche bottiglia sappiate che siete di fronte a un vino che sta rinascendo. Come un po’ tutta l’enologia del Lazio e segnatamente queslla che fa da corona alla Capitale. Abbiamo scelto un bianco tradizionalissimo nel nome e nei consumi perché il sintomo della ritrovata sapienza enoica sta proprio in questi vini. Parlare dei merlot in questi vini. Parlare dei merlot e della cesanese (finalmente rivalutata) di alcuni cabernet come i vini buoni e sapidi è abbastanza scontato. Più difficile era riconvertire alla qualità vini che per troppi anni hanno badato solo alla quantità. Tanto il mercato di Roma – il più grande d’italia – comunque assorbiva. Fortunatamente è successo qualcosa di positivo (l’ultimo esempio è il varo della Strada dei vini dei Castelli Romani voluta fortunatamente dalla Cciaa di Roma e dall’azienda regionale per lo sviluppo agricolo che dota il territorio di certificazione di qualità e di opportunità enoturistiche). Si sono abbassate le rese, si sono affinate le tecniche. E oggi il Frascati (soprattutto il superiore) blend di autoctoni espressivi (Malvasia del Lazio e di Candia, Grechetto, Trebbiano) è bianco di forte impronta territoriale con ricordi di mela e banana, con un sottofondo fresco di fieno. E’ ottimo con la cucina “romana” adatto da pesce, se ben freddo è anche un invitante aperitivo.

Le aziende: Villa Simone (Monteporzio); Casale Marchese (Frascati); Castel de Paolis (Grottaferrata); Fontana Candida (Frascati).