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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Emilia Romagna: Lambrusco, frizzanti sensazioni ... Ascoltateli gli snob dell’enologia di fronte a una bottiglia di Lambrusco schivano. Ascoltateli per concludere che non amano il vino. Questo vitigno nelle infinite varietà è infatti uno dei nostri gioielli enologici. E' pur vero che dissennate politiche commerciali e produttive lo hanno in passato depresso, snervandolo con quantitativi più da frutteto che da vigna, ma del pari è vero che oggi una bottiglia di Lambrusco ben prodotto è notevole in fatto di esuberanza, freschezza, confidenza al palato. Con i salumi o con gli insaccati bolliti (zampone, cotechini, cappello del prete) non ha rivali perché è fragrante di ciliegie e marasche, acido al punto giusto sì da pulire magistralmente il palato. Ma anche adesso per un pranzo sapido è una gioia all’olfatto e al palato. E’ diffuso un po’ in tutta l’Europa con sconfinamenti nel mantovano. I più famosi (e migliori) sono i Lambruschi Doc modenesi (e anche reggiani) nelle tre varietà storiche: il Grasparossa che è il più corposo, raro e nobile; il Salamino di grande frutto al naso e il Sorbara che è il più immediato e vinificato spesso amabile è quello assolutamente beverino. Alle spalle il Lambrusco ha una grande storia. Pensate che la vitis labrusca era un’uva selvatica apprezzatissima dai romani, e che il Lambrusco è il primo frizzante naturale antenato dello Champagne, tant’è che qualche produttore ne ha azzardato anche produzione metodo classico. Insomma merita rispetto perché gioia ai sensi.

Le aziende: Cavicchioli (Modena), Ermete Medici
(Reggio Emilia), Corte Manzini (Castelvetro) ...

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