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I Viaggi Di Repubblica

Calici in alto - Alla corte del Bacco toscano ... Si potrebbe dire: in principio fu il Sassicaia. Poi ... vennero i Supertuscans e la Toscana si trovò nell’olimpo del vino. Occorrerà ribadire che fu il vino di Mario Incisia della Rocchetta, un connubio di cabernet sauvignon e cabernet franc, ammorbidito e orchestrato da quel grandissimo enologo che è Giacomo Tachis, saggio del dosare la barrique e innamorato di quella vigna a Castiglioncello di Bolgheri, a dare l’avvio al rinascimento toscano. E il Sassicaia è ancor ogi un vino-simbolo al quale Niccolò Incisa dedica immense cure con risultati eccellenti checchè ne dicano i parvenue della degustazione. Poi vennero gli antinoriani Tignanello e Solaia, il grande Masseto, il Vigna d’Alceo, il Camartina. Teoria di grandi bottiglie per dimostrare che gli alloctoni in connubio o meno con il sangiovese (enorme il Pergole Torte di Manetti!) danno vini esclusivi: pieni, di gran frutto, concentrati, ma eleganti. La fortuna di queste etichette si è riverbata sul Brunello, sul Chianti, sul Nobile, sui vini di Maremma. E Duccio Corsini è stato intelligente nell’inventare “Le Corti del Vino” nella sua principesca villa del ‘500 a San Casciano Val di Pesa al limitare di Firenze. Lì dal 17 al 18 maggio si tiene questa passerella die vini toscani (dalle 11 alle 20, biglietto 15 euro, info: tel. 055-829301) preceduta, il 16 a Firenze, da un’asta benefica a favore del Maggio musicale con bottiglie donate tra gli altri da Sting, Diego Della Valle, Sarah Ferguson, Giorgio Armani e Roberto Cavalli.

Le etichette: Ornellaia (Castagneto Carducci), Petra (Suvereto), Scidione (Montepò, Scansano), Siepi (Fonterutoli, Castellina in Chianti) ...

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